L’INTERVISTA/ Parla la dott.ssa Roberta Carpenedo, UOSD Terapia Antalgica Policlinico Tor Vergata
Come si combatte il dolore
La terapia antalgica si rivolge ai pazienti con dolore acuto e cronico causato da differenti patologie del sistema nervoso, vascolare, muscolo-scheletrico e viscerale ’utilizzo di tecnologie e strumentazioni all’avanguardia permette la valutazione ed il trattamento per controllarlo e ridurlo
Di Giovanni Tagliapietra
Il servizio di Terapia del Dolore si rivolge ai pazienti con dolore acuto e cronico causato da differenti patologie del sistema nervoso, vascolare, muscolo-scheletrico e viscerale nonché da lesioni neoplastiche. L’attività ambulatoriale e in regime di day hospital è pertanto sia diagnostica (individuazione dei meccanismi del dolore), che terapeutica, medica e chirurgica, e di ricerca scientifica.
L’utilizzo di tecnologie e strumentazioni all’avanguardia permette la valutazione ed il trattamento del dolore cronico oncologico e non e del dolore post operatorio legato a diverse tipologie di dolore, oncologico, neuropatico, vascolare, vertebrale,.cronico-benigno intrattabile, facciale atipico,acuto post-operatorio. Ne parliamo con la dott.ssa Roberta Carpenedo, della UOSD Terapia Antalgica delPoliclinico Tor Vergata
Quella del dolore è una paura ancestrale, quale che ne sia la causa. E al vostro reparto accedono pazienti con problemi seri per patologie diverse. In percentuale quali sono i casi più frequenti?
Il dolore, infatti, è tale proprio per la sua sgradevolezza, per ciò lo evitiamo, lo temiamo e cerchiamo di risolvere la causa, ma il dolore quello fisiologico è un campanello d’allarme, fondamentale per la nostra sopravvivenza e per ciò per la preservazione della specie. Il dolore cronico, invece, è un dolore continuo, che dura più di tre mesi, e deriva da un’ampia varietà di patologie croniche, e tendenzialmente viene spesso mal diagnosticato.
Il dolore cronico è molto frequente e considerato una delle più debilitanti e costose patologie in Europa, Nord America e Australia. In Europa, il 19% degli adulti soffre di un dolore cronico da moderato a grave. In Italia, la situazione è ancora più grave: l’Italia si classifica, infatti, terza in Europa in termini di prevalenza e gravità di dolore cronico; e si stima che tra il 21,7 e il 26% della popolazione italiana sia affetta da tale tipologia di dolore, ovvero un italiano su 4 e quasi 13 milioni di persone colpite.
Il servizio di Terapia del Dolore si rivolge ai pazienti con dolore acuto e cronico causato da differenti patologie del sistema nervoso, vascolare, muscolo-scheletrico e viscerale nonché da lesioni neoplastiche. L’attività ambulatoriale e in regime di day hospital è pertanto sia diagnostica (individuazione dei meccanismi del dolore), che terapeutica, medica e chirurgica, e di ricerca scientifica. L’utilizzo di tecnologie e strumentazioni all’avanguardia permette la valutazione ed il trattamento di svariate tipologie di dolore come:
- dolore lombare cronico
- neuropatico (post-erpetico, trigeminale, radicolopatie da compressione, PPSSP, diabetico, etc)
- oncologico
- vascolare
- cronico-benigno intrattabile
- facciale atipico
- acuto e cronico post-operatorio
Il dolore si può togliere rimuovendo la causa, ma con il dolore si può essere costretti a convivere. A lungo o per sempre. Come si articola la terapia antalgica?
Il dolore cronico può essere causato da un problema di fondo, che la chirurgia non è in grado di guarire, e che può, quindi, necessitare di una serie di trattamenti, volti esclusivamente a ridurlo.
Quindi in certi individui il dolore si svincola della sua caratteristica “protettiva” e diventa appunto cronico, ossia che perdura al di là del tempo ragionevole di guarigione di una ferita o malattia. Per cui diventa esse stesso Patologia che come ogni patologia inficiano la sfera lavorativa, sociale, affettiva, emozionale dei pazienti. Sebbene il dolore resti difficile da definire e misurare, l’impatto sulla vita di chi ne soffre può essere devastante infatti impatta sulle attività quotidiane e sul benessere mentale, influenzando la capacità di lavorare in modo produttivo e di occuparsi della vita familiare: persino le attività quotidiane più semplici come cucinare, fare la spesa o i lavori domestici diventano difficili da svolgere.
La definizione “Terapia del Dolore” non identifica la semplice erogazione di cure, bensì una disciplina specialistica al cui interno si individuano percorsi di diagnosi, di terapia, di riabilitazione e di gestione specifiche della persona affetta da dolore acuto persistente, ricorrente o cronico. In particolare, la terapia del dolore non va intesa come mera esecuzione dei trattamenti, bensì come “Medicina e Terapia del Dolore”, valorizzando pertanto le diverse fasi, tra loro complementari, di diagnosi e terapia.
L’accesso e la presa in carico da parte dei centri di terapia antalgica prevede delle visite specialistiche nella ricerca della causa eziologica del dolore, quindi una prima fase diagnostica, che si avvale dell’ esame obiettivo fisico ed ecografico in visita, dell’immaging, delle tecniche di neurofisiologia e di tecniche invasive…poi si mettono in atto le strategie terapeutiche, di tipo multimodale e multidiciplinare, che consistono in terapie farmacologiche, elettroterapie, quelle infiltrative…fino ad arrivare nei casi di dolore grave (scala numerica per la valutazione del dolore (NRS) > o = 6) non responsivi alle metodiche proprie del percorso terapeutico mininvasivo, a terapie antalgiche invasive maggiori, che vengono effettuate in regime di day hospital o di ricovero ordinario e possono prevedere invece l‘impianto di sistemi per infusione continua di farmaci e/o neuro modulazione centrale o periferica.
Ci sono casi estremi che vi mettono in difficoltà?
Il trattamento del dolore cronico è sempre complesso e prevede una strategia multidisciplinare e multimodale che può includere all’inizio del percorso l’uso di farmaci analgesici per il trattamento sintomatico e – alla fine del percorso tecniche chirurgiche mini-invasive avanzate. Tra le diagnosi più impegnative e anche più frequenti abbiamo il Dolore Persistente Post-chirurgia Spinale, (in passato chiamata FBSS) ossia pazienti affetti da dolore severo dopo intervento/i sulla colonna vertebrale, proprio per la complessità della struttura rachidea composta da differenti elementi (ossa, articolazioni, dischi, radici nervose, legamenti, muscoli, tendini…) si presenta clinicamente con dolore misto (sia nocicettivo che neuropatico) e richiede un approccio basato su tecniche diagnostiche e terapeutiche di livello avanzato quali epiduroscopia, liberazione delle aderenze epidurali, neuromodulazione elettrica gangliare o spinale oppure farmacologica con l’impianto di sistemi in grado di rilasciare farmaci direttamente nel canale spinale.
Controindicazioni, effetti collaterali…
In verità delle controindicazioni in senso lato, non esistono. Ci possono essere problematiche riguardanti una tecnica piuttosto che altra, per cui l’algologo approccia il paziente tenendo in considerazione anche questi aspetti, ossia attraverso un approccio bio-psico-sociale del paziente voltato a instaurare una terapia personalizzata per ogni singolo paziente, tenendo in considerazione la patologia di base, le esigenze del paziente, le controindicazioni specifiche, le possibili interazioni tra farmaci sempre nel rispetto della appropriatezza delle indicazioni terapeutiche con l’obbiettivo di massimizzare efficacia della cura e ridurre gli effetti indesiderati, come in ogni atto medico.
Scienza medica e tecnologia hanno fatto passi da gigante, arrivando a trattamenti impensabili solo un decennio fa. Cosa ci si può aspettare ancora per il
futuro?
La scienza è un percorso, per cui le conoscenze nell’ambito medico, biologico e tecnologico si implementano ogni giorno e questo ci permette di essere sempre più precisi ed efficaci nella diagnosi e terapie ma anche nella profilassi delle malattie. Nell’ambito tecnologico, la miniaturizzazione dei device, la mini-invasività delle procedure contribuisce a rendere le terapie sempre meno impattanti per i pazienti.
Inoltre con avvento della Intelligenza Artificiale (IA), il Machine-learning, ha rivoluzionato diversi campi di ricerca e clinici, tra cui tra cui la medicina del dolore, con lo sviluppo di sistemi automatizzati che tendono ad aumentare la precisione e ripetibilità dell’esecuzione di compiti critici del processo diagnostico.Nella specifica gestione del dolore, l’utilizzo di più scale di valutazione e di misurazione, così come diverse tecnologie di imaging, genera una grande quantità di dati che, pur essendo fondamentali per individuare l’approccio al trattamento, spesso diventa difficile da gestire e da interpretare appieno. Nello specifico, l’IA ha portato la medicina basata sui dati ad alte prestazioni, aiutando in modo progressivamente implementare a perfezionare i percorsi di cura, raccomandare farmaci ottimali per i pazienti e migliorare le affermazioni cliniche.