Parliamoci chiaro, se vogliamo processare Matteo Salvini perché il figlio sedicenne si è fatto un giro con un poliziotto su uno scooter d’acqua (della polizia) in servizio davanti alla spiaggia, perché il poliziotto ha minacciato il giornalista che riprendeva la scena facciamolo pure. Non andremo lontani. Il giovane Salvini non è il leggendario “trota” di bossiana memoria, lì c’era veramente dell’altro. Il ministro e i suoi collaboratori hanno commesso una leggerezza, su questo non c’è dubbio, si poteva tranquillamente evitare, visto che il vice premier leghista è sovraesposto, seguito dai reporter come fosse una rockstar. Sostenere che questa trasgressione vale quella della collega ministro che si fa portare il carrello della spesa dalla scorta o che usa la macchina di servizio per ragioni strettamente personali è ridicolo. Altra cosa è mandare la macchina con autista ad accompagnare la moglie dal parrucchiere. Ma così si comportano i media e i politici quando vogliono alimentare una polemica o semplicemente fare un po’ di fumo. Salvini resiste, ma si vede che è affaticato, sono mesi che tutti i giorni su di lui picchiano duro, mentre si moltiplicano le inchieste e i piccoli scandali legati ad esponenti leghisti. Solo nei confronti di Berlusconi si era assistito ad un simile accanimento. Ma bisogna farci l’abitudine. Piuttosto vale la pena di sottolineare come media e politici di opposizione trattino la vicenda della Gregoretti, la nave della Guardia Costiere con migranti a bordo tenuta in rada senza fare scendere gli scomodi ospiti per giorni senza che si sia scatenato contro Salvini l’inferno dell’episodio precedente, quando la nave dell’Ong guidata dalla impavida capitana tedesca era diventato il caso mediatico dell’anno polarizzando per giorni e giorni l’attenzione dei media italiani ed europei. Ora il disinteresse è palpabile, la notizia sa di muffa. Neanche i social hanno infierito più di tanto. L’opinione pubblica è satura, vuole staccare la spina e andare in vacanza. Forse anche per Salvini, dopo l’ultima battaglia sulla riforma della giustizia, si profila qualche giorno di tregua.