Adesso diranno che hanno fatto questo pasticcio per il bene del Paese, per assicurare stabilità e governabilità. Dobbiamo far tutti finta di crederci. D’altra parte, scartata l’exit strategy delle elezioni anticipate non c’è molto altro da fare. Sembrava impossibile solo qualche settimana fa ipotizzare uno scenario del genere. Siamo andati in ferie con un confuso governo giallo-verde, torniamo a lavorare con un governo giallo-rosso. Qualcuno ha mischiato le carte mentre il Paese era in vacanza, ora se ne assume le responsabilità. C’è da credere che ora i grillini di Di Maio faranno i bravi, non creeranno troppi problemi a Zingaretti e compagnia, e ai poteri forti che lo sostengono. Non avrebbe senso, altrimenti. Tanto sarebbe valso rimanere con Salvini e non fare troppe storie. Quanto ci vorrà prima che il M5S, spinto da un rediviso Grillo a un matrimonio di interesse, scopra di essere in gabbia? E che atteggiamento avrà il mondo dell’informazione, costretto a riposizionarsi in fretta, a modificare approcci, amici ed avversari? C’è tutto da cambiare, un sacco di inversioni di rotta, decreto sicurezza, migranti e così via. E la Tav? E i parlamentari da tagliare? C’è una buona metà d’Italia che oggi si sente orfana di Salvini, il capitano. Doveva portare il centro destra al governo del paese, sembrava in grado si spazzare via qualsiasi tipo di avversari, di oppositori, sembrava invincibile, contro l’Europa, contro la sinistra schiacciata contro il muro. Ci avevano creduto in molti. E adesso, nel giro veramente di pochi giorni si è rovesciato il mondo. Per ora ha perso la sua occasione e alla fine ci fa anche una brutta figura di fronte ai suoi e di fronte alla platea italiana. Dove ha sbagliato, perché ha esagerato? la politica, il potere richiedono una mente analitica di scacchista, non l’irruenza di un leader barricadero. Che spaventa e favorisce le alleanze strategiche degli avversari di ogni razza e colore. Zingaretti e Di Maio hanno poco o niente da spartire, ma i colonnelli del Movimento sono certamente entrati nel palazzo del potere per restarci, ne hanno assaporato agi e benefici, non sono disposti a rinunciare ai privilegi conquistati. Sono entrati nel sistema che volevano abbattere, altro che romantica rivoluzione, altro che decrescita felice. Che delusione per i tanti che avevano creduto nella possibilità di un cambiamento. E adesso cosa succede, come usciamo dall’ennesimo equivoco? Torniamo ad arrampicarci, a faticare, ad aggrapparsi a qualche nuova speranza. Tempi duri per tutti. Ci penserà Conte, affascinato dal potere, a tirarci fuori dai guai? L’economia è ferma, l’opinione pubblica è sconcertata. Ripartire sarà comunque durissimo, anche se l’Europa, sollevata dalla sconfitta del “barbaro” Salvini, ci aspetta con una bonaria pacca sulle spalle. Torniamo all’ovile a farci comandare a bacchetta.