ROMA – Le RSA sono e restano un elemento centrale nel sistema di assistenza agli anziani malati e non autosufficienti. Attorno alle RSA ruotano 10 milioni di persone: utenti operatori e familiari che hanno bisogno di proposte e soluzioni chiare e comprensibili per tutti. L’immagine distorta dei servizi resi, emersa durante la pandemia, non corrisponde alla realtà dei fatti e non aiuta ad uscire da una crisi di sistema difficile. La RSA del futuro dovrà essere una RSA dei servizi, aperta sul
territorio, con l’utilizzo della telemedicina, con un supporto sanitario e sociale e un sistema di assistenza domiciliare.
Sono le prime, importanti indicazioni emerse dal convegno nazionale di ANASTE, che ha aperto i suoi lavori questa mattina nella sala Capranichetta in piazza Montecitorio.
ANASTE è l’associazione di categoria che rappresenta oltre 350 strutture sul territorio nazionale, gli enti associati assistono circa 20.000 ospiti seguiti da più di 15.000 operatori. Il presidente nazionale, Sebastiano Capurso, nel suo intervento introduttivo ha ribadito come non si possa fare a meno delle RSA per gli anziani non autosufficienti con grave
compromissione funzionale e come sia necessario garantire le risorse necessarie per le loro cure. I posti di RSA – ha aggiunto – sono pochi e mal distribuiti. L’assistenza domiciliare integrata non può rappresentare l’alternativa alla residenzialità, ma una formula di assistenza integrativa da rispettare a condizioni di media o lieve intensità di assistenza.
È intervenuto il ministro della salute, Orazio Schillaci, ponendo l’accento sui crescenti bisogni assistenziali della popolazione fragile, che sono il tema centrale della riforma contenuta nella legge delega sugli anziani. Per questo, “il Governo si propone di aiutare la riorganizzazione di un sistema all’interno del quale è rilevante il ruolo delle RSA”.
Il ministro delle disabilità, Alessandra Locatelli, ha posto l’accento sulla necessità di politiche specifiche per l’invecchiamento attivo e sulla prevenzione della disabilità, e sulle possibilità di integrazione delle attività socio-sanitarie.
A conclusione dei lavori della mattinata è intervenuto l’assessore alle politiche sociali della regione Lazio, on. Massimiliano Maselli, nel ribadire la fondamentale importanza delle RSA nello sviluppo delle retta dell’assistenza territoriale e dell’integrazione pubblico-privato, che devono contribuire insieme al raggiungimento degli obiettivi di salute che la nuova giunta della regione Lazio si è prefissa.
I lavori proseguiranno nella giornata di domani con il contributo di esperti, società scientifiche, associazioni e ordini professionali, sindacati datoriali e dei lavoratori, università e centri di ricerca per individuare soluzioni sostenibili e innovative per la riforma dell’assistenza.