Il terrorismo del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha nuovamente colpito la Turchia con un attacco al Ministero dell’Interno ad Ankara. Questi militanti curdi, coinvolti in un conflitto con l’esercito turco dagli anni ’80, hanno attaccato il ministero nella mattinata. Durante l’attacco, due agenti di polizia sono rimasti leggermente feriti, mentre i due assalitori sono stati uccisi. Uno di loro si è fatto esplodere, mentre l’altro è stato neutralizzato dalle forze dell’ordine.

Un video di sicurezza mostra uno dei due assalitori, apparentemente armato, uscire da un’auto davanti all’ingresso del ministero e fare esplodere se stesso poco prima di entrare. L’altro assalitore ha puntato un’arma verso l’ingresso prima dell’esplosione. Nella zona dell’attacco, vicino alle sedi di altri ministeri e al Parlamento turco, sono stati rinvenuti residui di un lanciarazzi.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato l’attacco, dichiarando che gli attentatori non hanno raggiunto il loro obiettivo e promettendo ulteriori operazioni militari contro le forze curde nel nord della Siria. Erdogan ha descritto l’attacco come “gli ultimi rantoli del terrorismo.”

Il comunicato di rivendicazione dell’attacco afferma che questo è un avvertimento contro il “massacro e le pressioni fasciste sul popolo del Kurdistan.” L’attacco è stato eseguito intenzionalmente il giorno dell’apertura del Parlamento turco dopo la pausa estiva.

La comunità internazionale ha condannato l’attacco, con l’Italia, la NATO, l’Unione europea e gli Stati Uniti che hanno espresso solidarietà alla Turchia. Questo attacco segna un nuovo capitolo nella lunga lotta tra il governo turco e i militanti curdi, con conseguenze ancora incerte per la regione.