di WANDA CHERUBINI
VITERBO- Recenti statistiche riguardanti gli infortuni sul lavoro nella provincia di Viterbo stanno sollevando allarmi nella comunità sindacale. L’aumento significativo delle “morte bianche”, ovvero decessi sul posto di lavoro, ha spinto i sindacati a denunciare la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni e delle autorità sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
A maggio, il Comune di Viterbo aveva stretto un accordo con le imprese per garantire la sicurezza nei cantieri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), dove fortunatamente non sono stati segnalati incidenti fino ad ora. Tuttavia, questa iniziativa sembra non essere stata replicata negli altri comuni della provincia, come dimostrano i dati preoccupanti diffusi dai sindacati.
Le cifre mostrano un aumento impressionante del 500% negli incidenti mortali rispetto all’anno precedente. Tra gennaio e agosto del 2023, ci sono stati cinque casi di morti bianche nella Tuscia, mentre nello stesso periodo l’anno precedente se ne era verificato solo uno. Questo aumento drastico è stato particolarmente evidente ad agosto, soprattutto nei settori come l’agricoltura e l’edilizia, dove gli operai hanno dovuto affrontare condizioni climatiche estreme.
Un altro dato inquietante riguarda gli infortuni non mortali, che sono aumentati di 25 casi in agosto rispetto all’anno precedente. Tuttavia, se confrontati con l’intero anno, il numero totale di incidenti è in diminuzione, con 614 operai feriti sul lavoro in meno rispetto al 2022.
Nonostante questa riduzione complessiva negli infortuni non mortali, l’incremento esponenziale delle morti sul lavoro richiede un’azione immediata e coordinata da parte delle autorità e delle imprese. Alcuni suggeriscono una riformulazione degli orari di lavoro, eliminando le ore più calde, per proteggere gli operai durante le condizioni meteorologiche estreme.