Il terremoto politico ha scosso il Regno Unito con le dimissioni di Boris Johnson, l’ex primo ministro e leader del partito conservatore britannico. Dopo una serie di scandali e tensioni interne, Johnson ha annunciato improvvisamente le sue dimissioni da deputato, creando una crisi che minaccia la stessa sopravvivenza del governo guidato da Rishi Sunak, suo successore e ex ministro delle Finanze, che ora si trova ad affrontare l’opposizione interna. La decisione di Johnson è stata motivata da una lunga e intensa lettera aperta, resa pubblica nella serata di ieri, in cui l’artefice principale della Brexit ha criticato esplicitamente l’attuale esecutivo e la direzione politica intrapresa dal suo partito sotto la guida di Sunak. Ha inoltre fatto riferimento all’opposizione laburista e alle indagini in corso contro di lui per lo scandalo noto come “Partygate”, riguardante i raduni organizzati a Downing Street durante il suo mandato in presunta violazione delle restrizioni anti-Covid in vigore all’epoca. Johnson ha dichiarato di aver ricevuto il rapporto finale dalla commissione parlamentare incaricata di valutare se avesse mentito alla Camera dei Comuni durante l’inchiesta sullo scandalo.