Gondole incagliate, ambulanze in difficoltà: «Sanitari a piedi con i malati in braccio»
Si tratta di un fenomeno, abbastanza tipico in laguna a inizio anno, nei mesi di gennaio e febbraio, ma quest’anno sta durando un po’ più a lungo del solito., con effetti evidentissimi. Il ciclo in corso non finirà prima del prossimo venerdì. E la causa è da ricercarsi in un mix di più fattori, non da ultimo l’assenza di precipitazioni che attanaglia l’intera regione. «Fa parte dello stesso problema: non piove — spiega il responsabile del Centro maree del Comune di Venezia Alvise Papa — la siccità anticiclonica con l’alta pressione non fa crescere l’acqua. In più, le correnti provenienti dal nord impediscono lo sviluppo delle maree in Adriatico. Il prossimo fine settimana, tra l’altro, c’è anche la Luna piena, in cui le massime sono più alte e le minime più basse: di solito ci preoccupiamo per l’arrivo di acqua alta, in questo caso l’attenzione è puntata sul fenomeno opposto motivato appunto dalla minima astronomica con un livello del mare ben al di sotto della media».
Se nei prossimi giorni non pioverà com’è probabile (le previsioni meteo anticipano assenza di precipitazioni fino a fine febbraio) i disagi rischiano di peggiorare. In una città in lotta da sempre per mitigare gli effetti dell’acqua alta la bassa marea ha conseguenze altrettanto importanti in caso di emergenza. Esattamente come quando, prima del funzionamento del Mose, Venezia rimaneva sommersa.aio
I disagi si concentrano durante i picchi di marea minima, per intervalli di due o tre ore. «C’è da dire — dice il responsabile mezzi nautici della sede veneziana dei vigili del fuoco, Alessandro Scarpa — che gli operatori conoscono i rii meno praticabili e li evitano. Ma in questi giorni dobbiamo fare più attenzione. Non tanto per la visibilità, poiché tutti mezzi hanno i radar e tutti i piloti sono abilitati, ma per le secche. Ci impieghiamo più tempo ad arrivare nelle zone periferiche distanti dalle pompe della rete idranti. In generale con la bassa marea — continua Scarpa — è più facile urtare sui fondali e infatti in questi giorni abbiamo avuto problemi alle eliche, poi sostituite o sistemate. Ben inteso, il servizio è garantito, ma servono misure alternative, ad esempio in zona Toletta e a Ca’ Pesaro, e più attenzione. A scopo precauzionale nelle rimesse lagunari abbiamo girato tutte le barche con la prua verso l’interno, in modo che le eliche dietro, nella parte più bassa della barca, stiano verso l’esterno, dove l’acqua è più alta».
«Tutti i mezzi di soccorso devono fermarsi lungo i canali principali e gli operatori proseguire anche a piedi, usando manichette per portare l’acqua dove serve, in caso d’incendio, dalla rete idrica, che copre comunque il 75% del territorio La secca dei canali minori comporta le stesse dinamiche dell’alta marea, ma grazie all’esperienza i soccorritori sanno come muoversi. La soglia minima di marea, a meno 60, oltre la quale la navigabilità non è più in sicurezza, vale anche per il trasporto acqueo Actv. Sotto il ponte delle Guglie (in Strada Nuova, non distante dalla stazione ferroviaria e dal Ghetto), lungo rio di Cannaregio, secondo solo al Canal Grande per traffico, con meno 60 i mezzi di linea non riescono a transitare. Da mercoledì a venerdì, per scarsa visibilità dovuta alla nebbia, le corse per Murano sono state limitate alla fermata Colonna mentre in centro storico alcune linee sono state dirottate in Canal Grande.