Nelle ultime ore, il valico di Rafah, che collega Gaza all’esterno, ha aperto brevemente per consentire l’ingresso dei camion di aiuti umanitari. Tuttavia, questa apertura è stata di breve durata, e non ha permesso alle persone intrappolate nella Striscia di Gaza di lasciare l’area. Nel frattempo, le truppe israeliane stanno intensificando i preparativi per un’eventuale “operazione di terra” nell’enclave palestinese.
L’esercito israeliano ha dichiarato di avere approvato i piani operativi per questa fase, e le truppe sono schierate sul campo. Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Heri Halevi, ha dichiarato che l’obiettivo dell’operazione sarà “distruggere gli agenti di Hamas e le infrastrutture di Hamas”. Questa mossa segue gli scontri avvenuti in precedenza, inclusi gli eventi del 7 ottobre.
Nonostante alcune pressioni internazionali per un contenimento della reazione israeliana, sembra che non ci siano ostacoli significativi all’attuazione dell’operazione. Nel frattempo, l’apertura del valico di Rafah ha consentito il passaggio di alcuni aiuti umanitari, ma le necessità della popolazione di Gaza rimangono enormi.
Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha sottolineato la necessità di un impegno continuo per fornire aiuti umanitari in quantità sufficienti alla popolazione di Gaza. La situazione resta estremamente complessa, con un crescente numero di attacchi mirati alle strutture di Hamas e della Jihad, ma anche ai leader delle fazioni palestinesi. Resta in sospeso il destino degli ostaggi israeliani in mano a Hamas, con negoziati in corso tramite mediatori arabi.
Nel frattempo, la tensione persiste tra Israele e Hezbollah al confine nord, con minacce da entrambe le parti. Nel sud e nel centro di Israele, i lanci di razzi da Gaza continuano a rappresentare una minaccia costante. La situazione resta altamente volatile, con il bilancio delle vittime che continua a crescere da entrambe le parti.