In questo momento parlare di colpe e di responsabilità può diventare paradossalmente un argomento di sfondo. L’interrogativo principale è: come ce la caviamo? Un paio d’ore di diretta Rai sugli interventi in Senato del premier Conte, del vice premier Salvini, e di uno degli uomini di punta dell’opposizione Pd, Renzi, hanno dato la misura di quale guaio ci è caduto addosso. Siamo nei guai grossi e nessuno è obiettivamente in grado di indicare una exit strategy apprezzabile. Per gli italiani che hanno preferito gustarsi uno dei migliori programmi prodotti dalla Tv di Stato negli ultimi anni (la diretta dal Senato appunto) piuttosto che trascorrere in altro modo una giornata di vacanza augustana il senso di frustrazione, di imbarazzo, di preoccupazione deve essere stato notevole. I senatori non hanno dato buona prova di sé, il premier ha fatto la figura del ragazzino offeso, Renzi bilioso e aggressivo non ha certo suscitato l’entusiasmo di un tempo, Salvini in alcuni passaggi del suo intervento non si è capito del tutto. Ma adesso, cosa succede? Facciamo finta di niente? Qualcuno ha prospettato uno scenario accettabile? Possiamo fidarci di Mattarella? E quanto tempo hanno i leaders politici per decidere? Certo al punto in cui siamo non si può tornare indietro e da quello che si è potuto vedere dalla diretta tv il distacco tra il paese reale e quello della politica è enorme.