La riforma fiscale in Italia prevede l’entrata in vigore delle prime misure a partire dal primo gennaio 2024, e queste misure non richiederanno una copertura finanziaria. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha spiegato tali disposizioni durante un intervento a Telefisco del Sole 24 Ore.

Tra le prime misure, sarà introdotto il concordato preventivo biennale per le piccole e medie imprese, insieme all’estensione del meccanismo di compliance alle imprese medio-grandi con fatturati fino a 100 milioni di euro. L’obiettivo principale di queste misure è la riduzione del cosiddetto “tax gap” italiano, calcolato tra 75 e 100 miliardi di euro. Con il concordato preventivo, le piccole imprese potranno aderire alle proposte fiscali, e se lo fanno, gli eventuali profitti ottenuti nel secondo anno fiscale saranno esenti da tassazione.

Leo ha anche sottolineato la preoccupazione del governo riguardo alle finanze pubbliche, principalmente a causa dell’aumento dei tassi di interesse, che comporterà una spesa aggiuntiva di circa 14-15 miliardi di euro per gli interessi dei titoli del debito pubblico. Il quadro completo della situazione finanziaria sarà disponibile il 27 settembre con l’arrivo dei documenti della Nadef.

Il viceministro ha inoltre menzionato la possibile modifica del sistema fiscale italiano, con l’introduzione di un sistema a tre aliquote, con l’aliquota più alta al 23% che si applicherà ai redditi fino a 28.000 euro anziché l’attuale limite di 15.000 euro, a condizione che ci siano le giuste condizioni per tale cambiamento. Questa modifica potrebbe contribuire a una maggiore equità fiscale nel paese.