Giorgio Santonocito, dg dellasAsl Roma 5

 

Ne parliamo da settimane, nella Asl Roma 5, a Tivoli ma non solo, si respira tensione, tira una brutta aria. E’ un problema di cure ma anche di “spogliatoio”., Quando c’è tensione tra gli operatori tutto rischia di andare storto e di finire sulle spalle degli utenti. E gli operatori denunciano scarsa attenzione da parte dei vertici della Asl. Vero? Falso? Verosimile. Mancano misure e attenzione nei confronti dei professionisti, dei lavoratori. Pare che la trattativa decentrata sia ferma da mesi, le stabilizzazioni del personale precario tendono a bloccarsi, nulla all’orizzonte per motivare almeno economicamente il personale sempre più in difficoltà per il blocco assunzioni. Non riescono nemmeno a chiudere l’accordo sui buoni pasto e sulle progressioni economiche da destinare a tutti gli operatori sanitari.

 E’ chiaro, di fatto il risvolto pratico è la minore attenzione agli utenti. Solo questioni di soldi, obietta qualcuno, ma con l’aria che tira la crisi si sente, anche la contrattazione nazionale, a tutti i livelli, stenta. In questo contesto l’Azienda sperimenta una azione di “distrazione di massa”, dicono a Tivoli, pubblicizzando nuovi servizi e/o annunciando nuove attività spesso prive di riscontro oggettivo per la popolazione del territorio.  Bisogna ammettere il valore delle convezioni con le equipe chirurgiche del Sant’Andrea per il Presidio di Monterotondo e di Tor Vergata per quello di Subiaco. Contribuiscono a smaltire le liste operatorie di Roma Capitale senza risolvere il problema dell’offerta sanitaria nei Comuni e nei Distretti della ASL Roma 5 che rimangono e permangono deficitari.

Altra riflessione, la carenza delle strutture territoriali è preoccupante, non sta prendendo forma nulla di ciò che si progettava a livello infrastrutturale con i fondi del P.N.R.R. E la disaffezione del personale medico e infermieristico a queste condizioni di precarietà, unite ad una intuibile perdita di attrattività, innescano un circuito vizioso, e reperire personale è sempre più difficile. Inutile dire che qualche segnale “di attenzione e impegno verso l’intero comparto sanità, rilanciando la trattativa decentrata e favorendo i percorsi di valorizzazione delle professionalità interne definendo una rete chiara delle attività chirurgiche – mediche – diagnostiche di ogni Polo Ospedaliero e territoriale della ASL Roma 5 in modo da creare  eccellenze specifiche in ogni presidio ospedaliero e così rispondere alle esigenze della popolazione residente” aiuterebbe non poco. E’ un linguaggio sindacalese, un po’ gergale e liturgico. Ma è anche una possibile apertura di dialogo.

Giu.Ter.