Giovanni Tagliapietra
Liste d’attesa, Dg, postumi della crisi Recup, e soprattutto la ricerca di nuovi equilibri politici. La sanità del Lazio riapre a settembre con una serie di problemi di non poco conto e il manovratore – Zingaretti – è obiettivamente distratto da altre questioni, deve pensare al Paese, come dargli torto se nella regione che governa fa un po’ troppa melina? Il suo potere è praticamente raddoppiato, la sua precarietà è complessivamente rientrata anche se nell’assemblea regionale la maggioranza è appesa agli umori della capogruppo grillina Roberta Lombardi e alla prospettiva di accordi con i grillini. Proprio attorno alla questione del rapporto tra Pd e M5S ruota tutto, i nuovi rapporti di forza condizioneranno la politica sanitaria nell’immediato e nel medio termine. L’accordo di Palazzo Chigi si espliciterà a livello locale in una politica di collaborazione e di sorrisi? Partners di governo nazionale e buoni amici a livello locale? Troppo facile. La Lombardi dovrebbe strappare a Zingaretti un assessorato (se ne liberano due), avverrà veramente? E sulle nomine, sulle strategie, sul “potere” in tutte le sue espressioni (parliamo di sanità, soprattutto)? Il vero nodo è rappresentato dall’intreccio di interessi legato alla catena di comando delle Asl e degli ospedali. Chi controlla quella controlla l’80 per cento del bilancio regionale, e poi voti, ricoveri, dimissioni, assunzioni, favori di ogni tipo. Interessi, insomma. I grillini vorranno essere soci attivi, vorranno dire la loro, vorranno controllare? Pare che la stagione del khomeinista consigliere grillino Barillari volga al termine, il “controllore”, famoso per aver guidato blitz e ispezioni, per aver preteso di controllare conti e strategie suscitando le ire dei diversi Dg zingarettiani, è fuori gioco. La Lombardi cambierà linea e atteggiamento? Ancora. Sul territorio Asl e ospedali devono fare i conti con le amministrazioni locali. Molte a trazione grillina. Oggi i rapporti sul territorio non sono sereni, cambierà qualcosa? I grillini vorranno dire la loro nella nuova tornata di nomine di direttori generali prevista a breve (ma forse Zingaretti congelerà tutto prendendo tempo), vorranno piazzare qualche amico nelle terne di comando? Daventi ai media i colonnelli del Movimento fanno i duri e puri, nella pratica si comportano esattamente come gli altri. Riuscirà l’assessore Alessio D’Amato a reggere tutta la baracca da solo come ha fatto finora? E i rapporti con la sanità privata come la mettiamo? Facciamo finta di credere ai proclami, ma la situazione è tutt’altro che serena