Il premier Mario Draghi ha firmato ieri il patto di Torino, ma prima ha voluto ribadire la piena condanna dell’Italia “per le stragi di civili documentate in questi giorni in Ucraina”, lanciando un messaggio  a Vladimir Putin: “il presidente russo, le autorità e l’esercito russo dovranno rispondere delle loro azioni.

L’Italia ha già provveduto all’espulsione di 30 diplomatici russi, definita da Draghi “una decisione presa in accordo con altri partner europei e atlantici. Al Presidente Putin dico ancora una volta di porre fine alle ostilità, interrompere le stragi di civili, di dare questo cessate il fuoco”.

Il patto di Torino prevede oltre un miliardo di euro. Il Patto, secondo in Italia dopo quello con Napoli, attiva un fondo nazionale salva Comuni che destina a Torino un miliardo e 120 milioni in 20 anni, i primi 70 milioni già quest’anno. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, ha sottolineato che il patto mira al “superamento dei nodi che ostacolano il necessario processo di crescita” dei territori, offrendo “soluzioni strutturali ai problemi della città”. Torino riceverà i fondi a fronte dell’impegno dell’amministrazione comunale “a individuare risorse proprie da mettere al servizio degli obiettivi del patto”, con un contributo di 660 milioni. “Oggi – ha sostenuto Lo Russo – Torino è a un bivio storico. Un bivio tra la visione nostalgica di quello che è stata e il rilancio verso il futuro. Ora abbiamo l’opportunità di coniugare i due pilastri della nostra strategia programmatica: ripresa economica e ricucitura sociale. Nei prossimi mesi ingenti risorse verranno investite nelle biblioteche comunali, nelle aree verdi, per strade, scuole, mercati, impianti sportivi e piscine. Un piano complessivo di rigenerazione urbana con l’obiettivo di ampliare i luoghi di aggregazione”.