E adesso il Pd è sistemato. Lo scossone è notevole il partito nelle mani di una donna, ujna donna eclettica e appena approdata nel nido dei dem dopo complicati percorsi politici. Ha vinto ampiamente, una grande fetta del Pd è con lei, aveva bisogno di cambiamento, di aria nuova, aveva bisogno di ritrovare grinta, aggressività politica. E l’ha trovata. Ma c’è anche l’altra parte del partito, quello moderato, social-democratico, prudente. Di governo piuttosto che di lotta. L’avversario perdente ha teso cavallerescamente la mano alla Schlein, e non poteva fare altrimenti, ma certo non abbandonerà la sua visione politica. E una parte consistente del partito è con lui. Era necessario comunque mettere un punto alla caduta libera del partito, l’orgoglio in parte è stato ritrovato, più di un milione di votanti a queste primarie. Ora servono lo spirito giusto e una nuova strategia. E’ facile immaginare – vista la situazione politica generale – che da domani, dopo la resa dei conti interna, dopo lo spoil system che porterà ad un profondo rinnovamento dei quadri dirigenti, ci troveremo di fronte ad un partito di lotta piuttosto che di governo, impegnato su temi radicali e in una opposizione dura, senza pause.
Riuscirà il nuovo segretario del Pd a riportarlo sul palcoscenico da protagonista attrattivo? E’ possibile, peggio di così non poteva andare. A casa, o in posizione defilata i vecchi colonnelli, sperando che basti. Una donna a sinistra e una donna a destra. La grinta in comune ce l’hanno e la sfida sarà sicuramente inedita.