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ECONOMIA/ I DATI FORNITI DA PRESIDENTE  E DIRETTORE GENERALE

I dati congiunturali presentati oggi dall’associazione delle Piccole e medie imprese nello scenario del Tempio di Adriano in piazza di Pietra. Dati più che buoni per l’anno in corso. Le Pmi hanno decretato un PIL cresciuto del 3,8 per cento. Passata la grande paura del periodo pandemico, gran parte degli indicatori presentano valori superiori a quelli precedenti il Covid. Alcune imprese non hanno ancora investito nelle tecnologie ma se non lo faranno a breve il rischio sarà quello di sparire dal mercato

Di Stefania Pascucci

La vita economica delle piccole e medie imprese del Lazio è stata analizzata oggi da Federlazio con l’ausilio della Camera di Commercio di Roma in un convegno che si è tenuto nella Sala del Tempio di Adriano in piazza di Pietra. L’indagine è stata presentata dal Presidente Federlazio, Silvio Rossignoli e dal Direttore Generale, Luciano Mocci.

Davanti a una platea istituzionale composta da Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, Monica Lucarelli assessore Attività Produttive e Pari Opportunità Roma Capitale, Roberta Angelilli, Vice Presidente Regione Lazio, Massimiliano Bolis, Divisione Analisi e Ricerca Economica della Banca d’Italia è stata presentata l’indagine congiunturale sullo stato di salute delle imprese laziali.

Il PIL è cresciuto del 3,8% e gran parte degli indicatori presentano valori superiori a quelli precedenti il periodo pandemico. Si può ragionevolmente affermare che il sistema economico è riuscito ad assorbire quasi completamente le conseguenze negative della pandemia Covid, e, con qualche difficoltà ancora presente, quelle dovute alla pandemia energetica.

Secondo quanto emerso dall’indagine, gran parte delle aziende del Lazio sono riuscite a consolidare i risultati positivi del 2021 che avevano consentito a molte imprese di iniziare a recuperare il terreno perduto nel corso della pandemia. Risultati positivi ottenuti – afferma la Federlazio – grazie alla tenacia e al coraggio delle imprese che si sono trovate ad affrontare non solo il periodo post Covid-19, ma anche la crisi economica e sociale causata dagli effetti della guerra in Ucraina, quindi «l’incremento eccezionale dei costi dell’energia, delle materie prime e dei semilavorati e le difficoltà nel reperimento delle stesse».

I dati hanno confermato che l’innovazione e  la digitalizzazione hanno giocato un ruolo fondamentale per le imprese che non solo si sono rafforzate ma sono state anche quelle che hanno raggiunto i migliori livelli di competitività. La Federlazio auspica per quelle attività imprenditoriali che sono in difficoltà «di attrezzarsi  per riprendere quote di mercato».

Secondo l’associazione degli imprenditori delle piccole e medie imprese il contesto generale continua ad essere influenzato da significativi fattori di crisi e incertezza: la guerra in Ucraina, che è ancora lontana da una sua soluzione, l’inflazione che trascina anche un forte aumento del costo del denaro e le principali istituzioni e agenzie economico-finanziarie internazionali che continuano ad alternare previsioni pessimistiche di possibili spinte recessive ad altre più ottimistiche di consolidamento e rilancio.

Il direttore generale, Luciano Mocci, ha ribadito che «il coraggio, la resilienza e la creatività dimostrate non sono sufficienti da sole per permettere al sistema delle imprese di affrontare il processo di rinnovamento e di transizione ecologica e digitale». Secondo il manager delle piccole e medie imprese del Lazio «è necessario che l’insieme degli stakeholder istituzionali, economici e sociali sappia mettere in campo un’azione efficace e coordinata per raggiungere i risultati e gli obiettivi previsti dal PNRR che, invece, attualmente, ci vedono in grave ritardo». Oltre al fatto che «il consolidamento di uno spirito comune di collaborazione rappresenta un’importante risorsa per affrontare la nuova sfida: Roma Expo 2030. Si tratta di un impegno che vede la nostra Associazione tra i promotori e i partecipanti della Fondazione Roma Expo 2030».