MILANO – L’europarlamentare di Fdi Carlo Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini, soprannominato il “barone nero”, sono indagati per le ipotesi di finanziamento illecito e riciclaggio nell’indagine milanese scaturita dall’inchiesta giornalistica di Fanpage sulla campagna elettorale di Fratelli d’Italia. La Gdf ha anche effettuato delle perquisizioni.

In particolare, Fidanza e Jonghi Lavarini sono indagati per le due ipotesi di reato contestate nell’inchiesta,  coordinata dall’aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Piero Basilone e Giovanni Polizzi, sulla base di frasi che sono state da loro pronunciate nel primo video dell’inchiesta di Fanpage.
I pm ieri hanno acquisito il filmato integrale con le registrazioni dei dialoghi tra un cronista ‘infiltrato’, Jonghi Lavarini (condannato a due anni per apologia del fascismo), Fidanza (europarlamentare Fdi che intanto si è dimesso da tutti gli incarichi di partito) e la neoconsigliera del Comune di Milano, e all’epoca candidata di Fdi, l’avvocato Chiara Valcepina, la quale non risulta allo stato indagata. Dialoghi da cui è venuto a galla un presunto sistema di “lavanderia”, di cui parla proprio Jonghi Lavarini, per pulire soldi versati in nero destinati alla campagna elettorale e usati anche per altre elezioni.
Frasi che hanno portato all’iscrizione dei due nel registro degli indagati e oggi ad una perquisizione del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano nella casa di Jonghi Lavarini.  Fidanza ha commentato: “Ho appreso dagli organi di stampa di essere stato iscritto sul registro degli indagati a seguito dell’inchiesta di Fanpage . Al momento non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Sono sereno e ovviamente a disposizione della Procura per chiarire quanto prima ogni aspetto di questa vicenda”.