La fuga di Filippo Turetta, l’ex fidanzato accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è giunta a termine su un’autostrada tedesca vicino a Bad Durremberg, in Germania, dove la polizia stradale lo ha bloccato. L’arresto è stato confermato circa 24 ore dopo la scoperta del corpo di Giulia Cecchettin. La notizia ha provocato un rinnovato shock per entrambe le famiglie coinvolte.
Turetta, 22 anni, era già in stato di fermo dalla sera precedente all’annuncio in Italia. La sua fuga di mille chilometri si è arrestata quando la sua Fiat Punto nera, ricercata in tutta Europa, si è fermata sulla corsia di emergenza dell’autostrada 9 senza benzina. Il ragazzo sembrava quasi rassegnato alla sua cattura.
Le forze dell’ordine hanno intensamente utilizzato la tecnologia per rintracciarlo, monitorando cellule telefoniche, telecamere di videosorveglianza, varchi elettronici e il sistema di riconoscimento targhe. Il percorso della fuga ha attraversato diverse regioni italiane e ha toccato l’Austria prima di giungere in Germania.
Filippo Turetta è stato sottoposto a un arresto europeo e trasferito in un centro detentivo a Halle, in Sassonia Anhalt, secondo la polizia locale. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha affermato che i tempi per l’estradizione sono generalmente rapidi, dipendendo dalla magistratura italiana.
La famiglia di Turetta, ancora sotto shock, ha espresso il proprio sgomento per le azioni del giovane. Il padre di Filippo, Nicola Turetta, ha dichiarato di non comprendere come il figlio abbia potuto compiere un gesto così terribile, rivolgendo le condoglianze alla famiglia di Giulia.
Ora, le autorità italiane stanno preparando la documentazione necessaria per l’estradizione di Turetta, mentre gli inquirenti continuano a indagare sulla dinamica del delitto e la possibile premeditazione. L’autopsia sul corpo di Giulia dovrebbe fornire ulteriori dettagli sulle cause della sua morte. La vicenda continua a suscitare grande commozione e richiede una profonda riflessione sulla prevenzione della violenza di genere.