Le elezioni, anche se la data non è stata ancora ufficializzata, si avvicinano, ma per le prossime regionali calabresi la situazione delle candidature appare ancora in alto mare. Dopo il no dell’editore Florindo Rubbettino, il Pd nazionale ha un’altra chance per presentare sotto le proprie insegne un esponente della società civile. A offrirsi e ad offrire una possibile via d’uscita ad un partito che pare in difficoltà dopo il veto posto alla ricandidatura dell’uscente Mario Oliverio – che comunque alle consultazioni sembra non avere alcuna intenzione di rinunciare, anche senza Pd – è l’imprenditore della moda noto per la produzione di cravatte Maurizio Talarico. Al Nazareno ci avevano già pensato, ma lui aveva declinato l’invito. Adesso, alla luce del niet di Rubbettino di fronte ad un partito «dilaniato», Talarico ci ha ripensato e ha offerto la sua candidatura «con una lista civica, sostenuta dal Pd e su cui può esserci la convergenza M5s». Offerta che provoca la reazione ironica di Maurizio Gasparri – «La sinistra scambia le elezioni per un defilé. Poi si meraviglia delle sconfitte. Grazie Zingaretti» – e che non sembra riuscire ad intercettare il gradimento pentastellato. Anzi. Nell’incontro svoltosi oggi tra il capo politico del Movimento ed i parlamentari calabresi, questi ultimi hanno indicato un nome a Luigi Di Maio. Una figura, ha spiegato il coordinatore della campagna elettorale del movimento per le regionali in Calabria Paolo Parentela, «di altissimo profilo, su cui convergiamo uniti e concordi». Chi sia, questo i 5S non lo vogliono dire, in attesa che sulla proposta si esprima anche il garante del Movimento. La proposta dei parlamentari, comunque, un primo risultato dovrebbe averlo già ottenuto: superare i dubbi sulla partecipazione alle elezioni che avevano invaso la mente di più di un esponente 5 Stelle, spaventati dall’idea di andare incontro ad una debacle modello Umbria. Se per il Movimento, dunque, la soluzione sembra essere vicina (ma l’ultima parola Di Maio la riserva per sè), le acque restano agitate in casa centrodestra. Forza Italia, cui spetta l’indicazione del candidato, ha lanciato da mesi il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Il suo nome, però, è stato stoppato da Matteo Salvini. Il leader della Lega, è andato oltre parlando di «tanti bravi sindaci» tra le fila di Fi in Calabria tra cui poter scegliere il candidato. Un riferimento che i più hanno letto come una investitura del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. Il quale, al momento, tace. Così come tace Silvio Berlusconi, che continua a rimandare la scelta finale ad un vertice a tre con Salvini e Giorgia Melon