Il 44% delle persone che hanno lasciato l’Italia nel 2022 era composto da giovani tra i 18 e i 34 anni, un aumento del 2% rispetto agli anni precedenti. Questo dato emerge dall’18° Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, basato sui dati dell’Anagrafe italiana. Il rapporto rivela che attualmente ci sono circa 6 milioni di cittadini italiani all’estero, con un aumento del 91% dal 2006. Le partenze per espatrio sono aumentate del 44,9%, mentre i trasferimenti da un altro Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) sono aumentati del 70%.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito la fuga dei cervelli “una patologia” che deve essere affrontata, esortando la classe politica a trovare soluzioni per garantire il ritorno dei giovani in Italia. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha commentato che il fatto che i giovani italiani cercano opportunità all’estero dovrebbe far riflettere sul futuro del Paese e sull’efficacia dell’accoglienza in Italia.
Tuttavia, il Commissario europeo Paolo Gentiloni ha sottolineato un segnale di ottimismo, notando una diminuzione delle partenze all’estero negli ultimi due anni e un aumento dei rimpatri, probabilmente correlati alla ripresa economica in seguito alla pandemia. Gentiloni ha attribuito parte di questo successo alle politiche europee, compreso il lancio di NextGenerationEU, che ha contribuito a una crescita del PIL del 12%.
Il Ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, ha rassicurato sulle azioni del governo per favorire il ritorno degli italiani all’estero, sottolineando l’importanza di interventi che incentivino rientri, reinserimenti e collaborazioni plurinazionali nella ricerca e nell’industria. Tajani ha anche evidenziato il ruolo dei media, sia nazionali che all’estero, nell’informare i cittadini italiani all’estero e promuovere il ritorno nel Paese d’origine.