La notizia di una nuova fuga di documenti classificati negli Stati Uniti ha messo in allerta la Casa Bianca e l’intelligence statunitense. Dopo il caso dell’ex analista dell’NSA, Edward Snowden, questa volta le carte riguardano dossier delicati sulla sicurezza nazionale, e sono finite sui social network, causando preoccupazione per la possibile bruciatura delle fonti e ripercussioni diplomatiche.

Tra i documenti trapelati ci sono piani riguardanti l’Ucraina, ma anche altre questioni come la Cina, l’Indo-Pacifico, il Medio Oriente e il terrorismo, che avrebbero potuto essere sfruttati da nemici degli Stati Uniti. Il New York Times riporta che i leak non solo confermano la capacità di penetrazione degli apparati militari e di sicurezza russi, ma rivelano anche come l’intelligence statunitense spia anche i propri alleati, tra cui leader politici e militari ucraini e Seul, in relazione alle decisioni sugli aiuti letali a Kiev.

La situazione ha spinto il dipartimento della Giustizia ad aprire un’inchiesta per identificare chi poteva avere accesso ai documenti trapelati, e la Difesa a cambiare le modalità con cui il personale può avervi accesso. Secondo alcuni analisti, si tratta di una fuga di notizie deliberata, fatta da qualcuno che desidera danneggiare gli sforzi dell’Ucraina, degli Stati Uniti e della Nato.

In risposta a questo ulteriore caso di leaks, il Presidente ucraino Zelensky ha convocato i vertici militari per discutere non solo delle future mosse contro il nemico, ma anche delle nuove misure per prevenire futuri leak sulle forze ucraine. La situazione continua a essere al centro dell’attenzione in tutto il mondo, e resta da capire l’entità e le ripercussioni di questa fuga di documenti classificati sui social network.