La Striscia di Gaza è attualmente teatro di una crisi umanitaria senza precedenti, con gravi conseguenze per la popolazione. La fame e la disperazione hanno portato a episodi di saccheggio nei centri di distribuzione umanitaria delle Nazioni Unite, costringendo la polizia a intervenire per ripristinare l’ordine pubblico. Questo deterioramento della situazione ha spinto le Nazioni Unite a lanciare l’allarme, affermando che “l’ordine pubblico a Gaza sta cominciando a crollare.”

Nel nord della Striscia, l’esercito israeliano ha continuato le sue operazioni militari, utilizzando carri armati e truppe di terra, con scontri violenti, compreso un confronto inaspettato tra soldati e miliziani islamici emersi da un tunnel vicino al valico di Erez.

Le Nazioni Unite hanno segnalato che migliaia di persone hanno saccheggiato i magazzini e i centri di distribuzione umanitaria, evidenziando la disperazione causata da tre settimane di guerra e un assedio rigoroso. La polizia di Hamas è intervenuta per recuperare parte delle merci saccheggiate.

La situazione umanitaria è ulteriormente aggravata dalla lentezza dei processi di distribuzione degli aiuti, ispezioni rigorose e scorte di aiuti che non soddisfano i requisiti delle organizzazioni umanitarie. Il divieto sull’ingresso di carburante ha contribuito alla difficoltà della situazione.

Gli Stati Uniti hanno esortato Israele a ripristinare le comunicazioni a Gaza, sottolineando la responsabilità di proteggere i civili. Tuttavia, Israele ha intensificato le operazioni militari anziché dichiarare un cessate il fuoco umanitario.

Le truppe israeliane hanno incrementato le forze nel nord della Striscia e nella parte centrale, con raid aerei anche su Gaza City, inclusi l’ospedale al-Quds e l’Università islamica. Questi attacchi hanno causato gravi danni e messo a rischio la vita dei pazienti e dei residenti.

La situazione resta altamente critica, con un crescente numero di vittime e ostaggi nelle mani di Hamas.