Il Governo, riunito in un primo Cdm operativo, cerca le risorse per dar seguito agli impegni assunti in campagna elettorale ma gli spazi non consentiranno di accogliere tutti i desiderata.

L’impatto della manovra per far fronte alle urgenze e finanziare le spese indifferibili, sfiora una cifra  di circa 20 miliardi, che salgono a 40 secondo alcuni calcoli tenendo conto di tutti desiderata. “I costi delle bollette sono diventati insostenibili – afferma la premier, Giorgia Meloni – non c’è più tempo da perdere”. Il governo ragiona sugli spazi di intervento sul deficit, che potrebbe essere fissato per il 2023 al 4,5%. Una ipotesi che il neo ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta valutando e che dovrà trovare posto nell’integrazione alla Nadef (in Cdm probabilmente verso la fine della settimana) che dovrà aggiornare il quadro programmatico lasciato in eredità da Mario Draghi. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, cerca intanto di accelerare sui cantieri, a partire dal più discusso in questi anni: il Ponte sullo Stretto. Ne parlerà martedì 8 novembre con i governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Ma l’incontro servirà anche a fare il punto sulle “100 opere pubbliche commissariate in tutta Italia” per “accelerare” e partire con “nuovi progetti”. Sullo sfondo, come ricorda l’associazione magistrati della Corte dei Conti, resta la “paura della firma negli appalti” che è “infondata” ma per essere superata ha bisogno “con urgenza” di una “semplificazione delle procedure”.
Oltre alla rivisitazione del Reddito di cittadinanza (Salvini spiegava che poteva essere ”interrotto” per alcuni periodi per recuperare risorse per le pensioni) c’è nel mirino il bonus del 110%. Per il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano “merita una riconsiderazione di carattere generale”, soprattutto perché avrebbe prodotto effetti negativi  “distogliendo una parte dell’imprenditoria dall’essere attratta a questo tipo di lavoro”.