Foto protesta hong k

 

Continuano le proteste ad Hong Kong anche oggi, dopo numerosi scontri violenti tra manifestanti e polizia, un nuovo invito allo sciopero generale: migliaia di persone si sono ritrovate nelle strade di Central nella pausa pranzo, bloccando l’area tra Des Voeux Road Central e Pedder Street. I servizi di trasporto sono nuovamente sotto pressione, funzionando male e a singhiozzo, mentre piccoli gruppi di giovani attivisti con la mascherina sono tornati ad invadere le strade. Ma perchè lo fanno?

L’attrito tra gli abitanti di Hong Kong e la Cina continentale non è una novità degli ultimi mesi.

Tutto è cominciato mesi fa, quando i cittadini di Hong Kong si sono opposti ad una legge controversa sulle estradizioni in Cina, ma con il passare delle settimane questa cosa si è trasformata in qualcosa di molto più grande. I cittadini sono diventati milioni e chiedono più democrazia. La maggior parte dei manifestanti sono pacifici, ma non sono mancati episodi di violenza. Il quartier generale del governo è stato preso d’assalto e l’aeroporto internazionale della città è stato bloccato più volte. Anche l’1 ottobre 2019, il giorno del 70esimo anniversario della Repubblica popolare cinese, non è stato risparmiato. I disordini sono cresciuti nel corso delle settimane e Pechino sta pensando ad un intervento militare.

Hong Kong appartiene alla Cina, ma di fatto è una regione ad amministrazone speciale. Batte una sua moneta, ha un sistema politico e una sua identità culturale. Questo rapporto che mette insieme appartenenza e indipendenza è previsto dalla nota formula “Una Cina, due sistemi”. Oggi il sistema giuridico di Hong Kong rispecchia ancora il modello britannico e insiste sulla trasparenza e sul giusto processo. I principi sono garantiti dalla Costituzione, la Basic Law, che si basa sulla Common Law e che tutela diritti diversi da quelli dei cinesi continentali. Tra questi ci sono il diritto di protestare, la stampa libera e la libertà di parola. In generale la legge stabilisce anche che la città abbia “un alto grado di autonomia” in tutti i campi eccetto la politica estera e la difesa. La Basic Law assicura “la salvaguardia dei diritti e le libertà dei cittadini” per 50 anni dopo la riconsegna alla Cina (fino al 2047).

Stati Uniti –  “Gli Usa seguono la situazione con forte preoccupazione”, ha commentato in una nota la portavoce del Dipartimento di Stato, Morgan Ortagus, invitando le parti al dialogo. “Condanniamo la violenza di ogni parte, esprimiamo vicinanza alle vittime a prescindere dalle loro inclinazioni politiche e invitiamo tutte le parti – polizia e manifestanti – all’esercizio di maggiore moderazione”.