Il Primo Ministro israeliano Benyamin Netanyahu sta considerando la possibilità di una pausa umanitaria in risposta alle richieste americane. Secondo i media israeliani, le autorità israeliane stanno esaminando la proposta di un cessate il fuoco di diverse ore, che potrebbe essere tra i punti principali di discussione durante la visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken in Israele. Questo sviluppo è visto come un passo verso il raggiungimento di una tregua temporanea che consentirebbe il rilascio sicuro degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti umanitari. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha riferito che quattro scuole utilizzate per ospitare gli sfollati sono state danneggiate durante gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, causando almeno 23 morti. Nel frattempo, Hezbollah ha dichiarato di aver aperto il fuoco contro Israele da 19 punti lungo il confine, coinvolgendo anche i combattenti di Hamas. Il Segretario di Stato Antony Blinken sta cercando di persuadere il governo israeliano a concedere brevi interruzioni nelle operazioni militari a Gaza, al fine di agevolare il rilascio degli ostaggi e la fornitura di aiuti umanitari. Tuttavia, si precisa che questa richiesta di pause non equivale a un cessate il fuoco, che si ritiene andrebbe a vantaggio di Hamas. C’è una controversia riguardo al trasferimento di carburante agli ospedali di Gaza. Il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha annunciato l’intenzione di farlo, ma l’ufficio del Primo Ministro Netanyahu ha precisato di non aver dato l’approvazione definitiva. Secondo stime degli Stati Uniti, Hamas tratterrebbe circa il 40% dei 500.000 litri di benzina presenti a Gaza. Il gruppo Wagner è stato menzionato come possibile fornitore di un sistema di difesa aerea SA-22 a Hezbollah, secondo fonti dell’intelligence americana. Questo solleva preoccupazioni sulla crescente complessità del conflitto nella regione. Il Primo Ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato che le forze israeliane sono entrate nel cuore del nord della Striscia, circondando Gaza City e approfondendo l’operazione. Ha sottolineato il desiderio di continuare l’eliminazione dei terroristi di Hamas, nonostante le perdite subite. Una cooperante italiana di Azione contro la Fame, Maya Papotti, ha condiviso le sue preoccupazioni sulla situazione umanitaria a Gaza e ha espresso la necessità di una risposta umanitaria urgente per affrontare la crisi. Maya Papotti è una delle volontarie italiane che sono riuscite a uscire da Gaza.
La situazione in Medio Oriente rimane complessa e soggetta a rapidi sviluppi, e gli sforzi diplomatici e umanitari sono in corso per affrontare la crisi. La comunità internazionale sta cercando di mediare per raggiungere una soluzione pacifica e mitigare il sofferenze dei civili coinvolti nel conflitto.