Di Cornelius

Qualcuno l’aveva detto, non avranno il coraggio di andare fino in fondo. Troppo rischiosa l’operazione Ztl verde, in termini di consenso prima di tutto. La salute, l’ambiente, belle bandiere da far sventolare nelle occasioni giuste. Ma la vita concreta è altra cosa, meglio tenerci un po’ inquinamento per qualche mese in più ma contare sui voti di chi vuol poter entrare nel centro storico comunque, non ha alcuna intenzione di rottamare la vecchia macchina. Incentivi o non incentivi.  Il Campidoglio ha fatto patti con la Regione, gli uomini di Rocca hanno fatto sapere che qualche suggerimento compensativo lo daranno; un aggiustamento qui, una limatina là, a quelle macchine diamo dei permessi contingentati, per le macchine d’epoca una soluzione (leggi deroga) la troveremo. E il gioco è fatto. Ma così praticamente resta quasi tutto come prima, dirà qualcuno. E se ne farà una ragione.
Allora intanto congeliamo, facciamo slittare tutto al 2024, soprattutto il blocco degli Euro 4, facciamo tirare un sospiro di sollievo agli scontenti e speriamo che intanto si trovi un bel compromesso, di quelli alla romana, per capirci. Tutto sospeso, dunque, ma la politica di questi giorni è volubile come il meteo. Se qualcuno facesse ( e qualcuno ci sarà…) la voce grossa e rimproverasse con motivazioni valide Gualtieri e Rocca con un sussulto di dignità offesa si riaprirebbe il dibattito. A Roma funziona così. E la salute pubblica, e l’inquinamento, e i morti di tumore? Ci stiamo lavorando, non vedete? Contenete la rabbia e la frustrazione, non serve. Sia che siate tra quelli che hanno raccolto le firme per stoppare l’operazione Ztl verde, sia che apparteniate al fronte di chi vuole un centro storico off limits per vecchi veicoli inquinanti, per i pendolari dei Castelli e della cintura extraurbana capitolina. Chi deciderà alla fine (con tempi e modi propri che poco hanno a che vedere con i vostri) lo farà seguendo altri percorsi logici, altri interessi. Non ci sono su piazza uomini carismatici, leaders veri, capaci di farsi amare, rispettare, capaci di dare una linea ( real politik) e di tenerla fino in fondo.
Un’ultima, malinconica riflessione. Quando sulle ali dell’entusiasmo per la rivoluzione verde, quando ancora si pensava che blindare un’area così vasta di Roma sarebbe stata una passeggiata i romani scoprirono prima con curiosità, poi con preoccupazione, quella interminabile sequenza di cartelli che segnavano la zona “protetta”. Oltre quel perimetro solo un ristretto numero di veicoli sarebbe stato autorizzato ad entrare e muoversi. Ora quei  cartelli ( e non dimentichiamoci che piazzarli ha avuto un costo notevole, si sono mosse squadre di operai in tutta la città) sono rimasti lì, a monito di quello che potrebbe accadere se…. Non sappiamo in base a quale criterio alcuni sono stati incappucciati in sacchetti di plastica nera. Altri sono rimasti così, a ingrigire. Come quei gabbiotti inutilizzati della Municipale, ricordate? Ci fu un bando, furono stanziati dei fondi, degli artisti vennero ingaggiati per impreziosirli, per trasformarli in arredo urbano. Ne abbiamo in mente uno, all’incrocio della Gianicolense con Colli Portuensi. E’ stato dipinto di un improbabile rosa. Che sta già tristemente scolorendo. Roma è fatta così.