La capitale scopre improvvisamente un nuovo problema. Rumorosi, intollerabili, inaffidabili, si guastano troppo spesso e sono anche scomodi. Mentre il Campidoglio programma nuove linee (e quella di Via Nazionale sta provocando una sollevazione popolare)  i romani non li sopportano più. La sospensione della linea numero 8 (Gianicolense) è stata salutata come una liberazione, al Prenestino li considerano un incubo, a piazza Ungheria c’è chi annaffia le rotaie per «ridurre i rumori». Ma l’amministrazione continua a  rilanciare progetti accantonati in passato per le proteste. Il Giubileo è vicino, l’Expo forse. Che si fa?

Di Paolo Dordit

Non è una polemica accademica, culturale, di quelle che i quotidiani si inventano per riempire le giornate estive. E’ un problema serio che si può riassumere in due concetti sostanziali. Il governo, il Campidoglio, il mondo della impresa e delle istituzioni sta investendo su una determinata idea di Roma (in prospettiva di Giubileo ed Expo)  che punta su una nuova viabilità legata al trasporto su rotaia; una idea che sposa una visione romantica della città eterna che fu con una visione del futuro che pensa alla praticità e all’ambiente. Ma si scopre con sorpresa che i romani (almeno una buona fetta dei medesimi)  dei tram non ne vogliono più sapere.  Dietro a questo schema si inserisce un sottile pensiero legato al fatto che ad aprire le ostilità con una serie di articoli molto aggressivi sia stato un quotidiano capitolino di proprietà di un big dell’imprenditoria e della finanza e che quindi      questa guerra aperta abbia altri risvolti. Ma il problema resta, ed è reale. Con tanti problemi da risolvere Roma ne ha una in più. I tram. Rumorosi, intollerabili, inaffidabili, talvolta pericolosi;  si guastano troppo spesso e sono anche scomodi. Chi è Romanticamente legato alla Roma dei tram, si faccia da parte. Il  tram al Muro Torto, quello che passava  passava a Ponte Milvio. Sono immagini del passato e la città del futuro difficilmente potrà recuperare queste suggestioni; i mezzi fisici, i tram, sono cambiati, non sono più quelli leggeri del secolo scorso ma quelli di oggi che pesano più il triplo di quelli vecchi . E quello su via Nazionale, il Termini-Vaticano-Aurelio – uno dei pezzi pregiati del programma del Campidoglio – rischia di creare danni enormi. Basta stuzzicare la gente per avere i segnali giusti. Monteverde senza il tram 8, bloccato da una interminabile opera di restauro delle rotaia, pare stia molto meglio, i servizi navetta vengono a compensare il vuoto, riproponendo i servizi di un tempo. Pare che rumori e vibrazioni fossero diventati  intollerabili, e che questa pausa sia vissuta come una liberazione. Attorno all’area Stazione Termini i vagoni continuano a sferragliare tenendo un paio di quartieri in ostaggio, residenti e commercianti, tirati in ballo e interrogati, confermano, di lì passano le linee 5 e 14, Le carrozze sfiorano abitazioni e locali rumore e vibrazioni sono insopportabili, il refrain non cambia. Quei tram vengono dalla Prenestina, passano da Porta Maggiore e si infilano in una delle aree a maggiore tasso di caos della città. Ma anche al Prenestino si lamentano, a Centocelle non possono rinunciare al servizio ma ne hanno abbastanza. E il tram 3? Un Calvario per  chi ha quelle rotaie sul percorso. Di recente c’è stato anche un  deragliamento a San Lorenzo. A piazza Ungheria c’è chi annaffia le rotaie per ridurre i rumori.  Per via Nazionale  c’è l’appello di Confcommercio a Gualtieri, “Il tram Vaticano è inutile, stop ai cantieri “. Insomma basta aprire il vaso di Pandora per scoprire che il problema c’è e non si può sottovalutare. Tanto è vero che l’assessore Patanè fa orecchie da mercante e insiste nel magnificare il progetto, ma sul tram Termini-Vaticano ora è la maggioranza a frenare preoccupata dalla rivolta degli abitanti. Insomma, un gran pasticcio. Chiudiamo con una annotazione che dovrebbe far saltare sulla sedia chi ha responsabilità, a vario titolo, nella questione. Dice l’esperto I binari e gli armamenti non sono adatti», i I tram vanno eliminati, il sottosuolo non regge. Che si fa?

(1      – Continua)