La capitale resiste al Coronavirus ma non sa che fare. Non è scattata l’emergenza ma diverse misure di profilassi sono state adottate e consigliate. La città va avanti a scartamento ridotto e il numero dei turisti si è sensibilmente ridotto. Prenotazioni cancellate e locali vuoti, allarmi per l’economia capitolina, il Campidoglio corre ai ripari e studia diverse opzioni per dare fiato al settore produttivo.
Di Giulio Terzi
Roma con il fiato sospeso studia gli sviluppi della situazione Coronavirus. Occhi puntati sullo Spallanzani e sui bollettini della Regione. Chela crisi sia al Nord non consola né rassicura. Non ci sono focolai nel Lazio, dicono, ma ogni giorno l’elenco dei casi positivi si allunga, dal poliziotto al vigile del fuoco, dalla madre allo studente, al giornalista. Piccoli numeri ancora, ma ogni volta che da Formia piuttosto che da Fiuggi o Frosinone scatta un campanello d’allarme la tensione sale. Non è scattata l’emergenza ma diverse misure di profilassi sono state adottate e consigliate. La città va avanti a scartamento ridotto e il numero dei turisti si è sensibilmente ridotto. Vedere le aree archeologiche semideserte, non trovare la folla attorno alla fontana di Trevi fa una certa impressione. Nei primi giorni del coronavirus si guardava ai ristoranti cinesi vuoti, oggi i locali abbastanza pieni si contano sulle dita delle mani. Prenotazioni cancellate e locali vuoti, allarmi per l’economia capitolina, il Campidoglio corre ai ripari e studia diverse opzioni per dare fiato al settore produttivo.
Blocco della Tari fino al 31 luglio e stop ai pagamenti del canone per l’occupazione di suolo pubblico, oltre a una trattenuta di parte della tassa di soggiorno per gli albergatori, sono le misure allo studio del Campidoglio per venire incontro ai pesanti danni economici subiti dalle imprese per il Coronavirus. Solo gli alberghi hanno lamentato oltre il 50% di cancellazioni negli hotel per il mese di marzo secondo i dati fatti circolare dalle associazioni di categoria. Albergatori, ristoratori, esercenti di Roma si rivolgono al loro Comune di riferimento pretendendo tutele appropriate. “Siamo al collasso – ha lamentato il presidente di Fiepet Confesercenti, Claudio Pica – chiediamo alle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione di lavorare congiuntamente e dare risposte concrete all’economia romana”. Tra queste anche un’accelerata sull’approvazione dei cosiddetti Piani di Massima Occupabilità (i Pmo) che regolano il posizionamento dei tavolini esterni ai locali, negli anni ridotti per ragioni di decoro urbano e sicurezza stradale. “A stretto giro auspichiamo e lavoreremo proattivamente per dare presto buone notizie alle imprese del centro storico a riprova della sensibilità e della nostra capacità di risposta ai cittadini” ha dichiarato il presidente della commissione Commercio Andrea Coia. “Il primo passo è la delibera per la modifica del regolamento uffici e servizi che la giunta dovrà elaborare a tempo di record per salvare quante più attività commerciali da una crisi profonda”.