CB031B3C-99B0-41B5-900C-0508C2ACE2EEDietro la cittadella del potere caos, confusione, degrado. Il presidente del Consiglio sfoggia sorrisi e strette di mano nel salotto incontaminato e superprotetto di Piazza Colonna. Ma a poche decine di metri di distanza regnano (a sua insaputa?) sporco e disordine, abusivi, saltimbanchi e giocolieri. L’avvilimento di Piazza di Pietra, l’imbarazzante zona franca di Via delle Muratte. Quale altra capitale europea tollererebbe questa situazione?
Di Paolo Dordit

Scena uno. E’ domenica, ora di pranzo e di passeggio . In una Piazza Colonna “bonificata”, sicura, presidiata da poliziotti e carabinieri in armi, compare a sorpresa un sorridente presidente del consiglio. Giuseppe Conte, scortatissimo si sposta a piedi verso il centro della piazza, dove chissà perché c’è un carretto dal sapore d’altri tempi che vende zucchero filato. Attorno un gruppo di persone, dei bambini. Ad una in particolare si rivolge il premier, mentre gli uomini della scorta fanno cornice. Si fa dare uno stecco di zucchero filato e lo offre alla piccola. Un paio di operatori, sempre presenti, riprendono la scena, tutti sorridono, com’è umano il capo del governo. Un paio di strette di mano e Conte rientra a passo rapido, sempre blindatissimo, verso il portone di Palazzo Chigi. Il siparietto è durato non più di cinque minuti, chi non era in quel fazzoletto di Piazza Colonna non si è accorto di niente. E siamo certi che nemmeno il premier abbia posto attenzione a ciò che lo circondava. Le persone, le cose, l’ordine, la pulizia della piazza che ospita il palazzo del governo. Niente carte per terra, niente immondizie, nessun personaggio fuori posto. Come è ovvio e giusto che sia.
Ordine e pulizia appunto. Scena due. A meno di cento metri dal premier la vita è diversa. Ma lui non lo sa o non se ne cura. A due passi c’è Piazza di Pietra, una location tra le più prestigiose del centro storico. Ci si affaccia la Camera di Commercio, che ospita a ripetizione incontri e convegni con parterre di prim’ordine, tutti i potenti del paese. Ma lì c’è caos, confusione, una sensazione di sporco. Come nei mercati dei borghi contadini ci sono i saltimbanchi e i giocolieri. Nessun controllo, tutto scorre in un tranquillo caos. Ad un isolato di distanza imbolsiscono decine di uomini delle forze dell’ordine, a protezione del cuore del sistema politico. Non fanno bella mostra di se, se sono vigili, attenti, concentrati, lo nascondono bene. Il decoro di un territorio sul quale insistono i palazzi del potere (Montecitorio, a fianco di Palazzo Chigi), lo stile, la sacralità del luogo sono immagini da libro di testo, la realtà è molto più povera e rozza. Fa male. Nelle altre capitali europee non è certo così.
Ordine e pulizia? Rigore? Parole vuote. Restiamo nei cento metri da Conte. Che come ignora e si disinteressa dello squallore di Piazza di Pietra (lui è il premier di tutti gli italiani, mica solo di quei quattro romani che denunciano una “Roma che fa schifo”), non ha la minima idea della casbah, del suk puzzolente e imbarazzante che occupa la vicinissima via della Muratte, storico pezzo di strada che porta ad una ormai insopportabile Fontana di Trevi, piena fino all’ìnverosimile di turisti low cost controllati a fatica da quattro vigili urbani. Potrebbe essere il top dell’eleganza, quella strada: è pedonale, ben lastricata, alla spalle della impeccabile Galleria Sordi. E invece mette a disagio fin dai primi passi, è colonizzata dal peggio del peggio del popolino degli abusivi, ci sono giovani di colore che vendono per terra le solite borse taroccate e la solita chincaglieria, ci sono i disegnatori, i cingalesi capaci di vendere qualsiasi porcheria; la novità sono delle giovani coloured che a pagamento fanno le treccine ai capelli delle sventurate turiste di passaggio. Tutto sporco, confuso, illegale, caotico. Ogni tanto gli uomini del comandante-sceriffo della Municipale abbozzano un mezzo blitz e si assiste ad un fuggi fuggi di uomini con lenzuola e borsoni. Ma è un attimo, poi il quadro si ricompone. I turisti possono anche essere colpiti sfavorevolmente ma non sanno che un tempo quella era parte di un salotto buono che l’amministrazione capitolina curava con attenzione.
Quel che preme sottolineare è che tutto questo accade nel perimetro del palazzo del potere, della politica nazionale. Nel raggio di pochi metri c’è la sede del cosiddetto Palazzo Chigi-bis, dove sono ospitati i ministri senza portafogli, ci sono centinaia di uffici parlamentari, c’è la sede del Garante, ci sono istituzioni di ogni tipo. E centinaia di uomini in divisa. Ma quella è zona franca, chissà se Conte ci passa mai con la sua scorta, lui che fa lezione a tutti di buona amministrazione e di buon governo. Forse glielo sconsigliano i suoi collaboratori, glielo impediscono con garbo quelli della scorta. Sarebbe imbarazzante. Quel disordine che dice di voler combattere ce l’ha praticamente sotto le finestre dell’ufficio. Meglio dedicarsi ad altro