Può un politico italiano, per di più ex sottosegretario, diventare organico al governo di un altro stato sovrano.E se questo stato sovrano è in aperta polemica con Roma non si configurano anche la sberla, lo sgarbo, la provocazione? Al centro del caso c’è Sandro Gozi, 51 anni, ex assistente politico di Prodi, ora iper renziano. Alle Europee si è candidato con Renaissance, la lista sostenuta da Macron, risultando tra i non eletti. Sarà ripescato in caso di Brexit. La sua consulenza è un’idea del primo ministro Édouard Philippe. Quanto guadagnerà? “Lo definiremo oggi”, dice.
“Ma che vuole Di Maio? Non sono né ministro, né sottosegretario, non ho giurato sulla Costituzione francese”. Sandro Gozi, a cui il vicepremier M5S non esclude di revocare la cittadinanza italiana dopo che l’ex sottosegretario pd è diventato responsabile per gli Affari europei del governo Macron, parla di “polemica grottesca”, di “castroneria giuridica, che evoca i periodi più bui della storia. A Parigi sono sbalorditi. La mia collaborazione è vista come un segnale di amicizia. A Roma invece mi vogliono degradare ad apolide”. Va detto che Di Maio è arrivato buon secondo. La prima a lanciare il sasso nello stagno è stata Giorgia Meloni sulle colonne del Giornale. Il sospetto: Gozi potrebbe fornire ai francesi informazioni rilevanti di cui è venuto a conoscenza da sottosegretario. Da qui l’idea di togliergli la cittadinanza, sulla base della legge 91 del 1992. Recita l’articolo 12: “Il cittadino italiano perde la cittadinanza se ha accettato un impiego pubblico o una carica pubblica da uno Stato cui non partecipi l’Italia, se non ottempera all’intimazione del governo di abbandonare l’impiego”. “È tutto contestabile”, taglia corto Gozi. “Bassanini e Monti ebbero ruoli simili nella commissione per le riforme di Attali. De Gasperi è stato parlamentare austriaco”. “Con i francesi – insiste Di Maio – abbiamo “molte cose in comune, ma anche interessi confliggenti”. Il Pd lo ha difeso, ma l’europarlamentare Carlo Calenda si è smarcato. Condivide i timori di Meloni e Di Maio: “Non si entra in un governo straniero, conoscendo posizioni e interessi anche riservati non sempre coincidenti”, ha twittato. Replica di Gozi: “Carlo ha perso un’occasione per tacere”.