Il destino di Indi Gregory, una bambina inglese di otto mesi affetta da una malattia considerata irreversibile dai medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e dai giudici britannici, sembra giungere al termine domani con il distacco delle macchine che la tengono in vita.
Nell’udienza odierna, i giudici inglesi avevano inizialmente fissato il termine per il distacco dei dispositivi vitali per lunedì 13 novembre. Tuttavia, i legali della famiglia hanno chiarito successivamente che la corretta interpretazione della sentenza indica che il distacco avverrà il prima possibile, ovvero domani.
Nonostante l’opposizione ferma dei genitori e gli sforzi legali sostenuti dall’Italia per il trasferimento della bambina al Bambino Gesù di Roma, la decisione della Corte inglese è stata confermata. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha adottato la causa in pieno, concedendo la cittadinanza d’urgenza a Indi e intraprendendo diverse azioni, culminate nell’appello formale lanciato dalla stessa Meloni al ministro della Giustizia britannico.
L’appello chiede un intervento politico di persuasione morale per “sensibilizzare le autorità giudiziarie” britanniche e permettere il trasferimento della bambina in Italia, invocando la Convenzione dell’Aia del 1996 e la tradizionale collaborazione tra i due paesi.
I genitori di Indi, nonostante l’irremovibile decisione dei giudici inglesi, continuano a lottare, esprimendo gratitudine all’Italia e contestando l’atteggiamento “disumano” dei giudici britannici. La Pro Vita & Famiglia e l’ex senatore Simone Pillon supportano la causa sul fronte italiano.
Le richieste dei genitori di Indi per portare la figlia a casa per il fine vita sono state respinte, e la Corte inglese ha ribadito il diritto di valutare la vicenda nell’interesse superiore della bambina.
Il documento dei vescovi cattolici britannici sottolinea la delicatezza della situazione, mentre da Roma Giorgia Meloni e il ministro della Salute Orazio Schillaci assicurano che la sanità italiana è pronta ad accogliere Indi senza causarle dolore aggiuntivo.
L’appello di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è chiaro: “La bambina ha una grave malattia, ma merita di essere curata, non stroncata staccando le macchine.”
La vicenda di Indi Gregory continua a destare emozioni e sollevare questioni etiche e morali mentre la sua famiglia lotta contro il tempo e le decisioni giudiziarie.