In un importante sviluppo riguardante la politica migratoria dell’Unione Europea, fonti diplomatiche a Bruxelles hanno annunciato un accordo tra i 27 stati membri sul testo chiave del regolamento per la gestione delle crisi migratorie. L’intesa è stata raggiunta dopo che la Germania ha accettato di tornare al testo formulato a luglio, che non faceva riferimento alle operazioni condotte dalle ONG. Questa mossa ha permesso di sbloccare lo stallo, anche se Polonia e Ungheria si sono opposte all’accordo, mentre Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono astenute.

Secondo le fonti di Palazzo Chigi, l’Italia ha svolto un ruolo chiave nel raggiungimento di questa intesa, con l’annullamento di un emendamento tedesco che avrebbe potuto compromettere l’azione delle ONG nelle operazioni di salvataggio. La Premier italiana, Giorgia Meloni, ha espresso soddisfazione per il risultato, sottolineando l’importanza di implementare rapidamente strumenti efficaci per affrontare la questione migratoria.

Tuttavia, non tutti sono d’accordo con questa intesa. Il viceministro degli Interni ungherese, Rétvári, ha criticato l’approccio di Bruxelles, affermando che l’Unione Europea sta imponendo la migrazione agli Stati membri senza considerare adeguatamente le loro opinioni. Ungheria e Polonia hanno confermato la loro opposizione al testo del Patto sui migranti e l’asilo, insieme alla gestione delle crisi, sottolineando il loro rifiuto delle “quote obbligatorie” e dei “ghetti per i migranti”.

Il compromesso raggiunto sembra anche essere stato modellato per evitare scontri sul tema migratorio durante il vertice di Granada. Tuttavia, il destino dell’intesa dipenderà dalla posizione di Berlino e Roma, poiché è necessario il consenso di almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione europea per raggiungere un’intesa.

L’accordo rappresenta un passo significativo nella politica migratoria europea, ma resta da vedere se porterà a una soluzione duratura o se gli scontri tra gli stati membri continueranno a persistere. La questione migratoria rimane una delle sfide più complesse e divisive per l’Unione Europea.