Le sirene di allarme risuonano in tutto il Sud e il Nord di Israele mentre il paese amplia le operazioni militari anche nella regione meridionale di Gaza. Nel corso della serata, sono entrati nella Striscia i primi 17mila litri di gasolio, un approvvigionamento cruciale dopo settimane di pressioni da parte della comunità internazionale, con gli Stati Uniti in prima linea, per garantire forniture di carburante a un’area al collasso.
L’operazione in corso, definita “in terra, in cielo e dal mare”, ha l’obiettivo di colpire i miliziani ovunque si trovino. Il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, ha avvertito che poiché Hamas si trova anche nel sud della Striscia, le operazioni si estenderanno in quella direzione nel tempo e nelle condizioni ritenute più favorevoli.
La nuova fase delle operazioni è stata annunciata attraverso volantini distribuiti dall’esercito, che ha esortato la popolazione di alcuni villaggi nella parte meridionale di Gaza a spostarsi altrove. Notizie di un raid israeliano su Khan Younis nella notte tra giovedì e venerdì parlano già di “numerosi morti”, secondo le autorità di Hamas.
L’ingresso di carburante nella Striscia, autorizzato da Benyamin Netanyahu dopo un’iniziale negazione, ha suscitato malumori e opposizione tra i ministri di ultradestra del governo israeliano. Bezalel Smotrich, capo delle Finanze e leader del partito nazionalista Sionismo religioso, ha definito la decisione un “errore grave” e un “segnale di debolezza”. Tuttavia, il consigliere per la Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi ha dichiarato che questa scelta non danneggerà gli obiettivi dell’operazione.
Il gabinetto di guerra israeliano ha stabilito che due autocisterne di gasolio entreranno quotidianamente da Rafah per soddisfare le necessità dell’ONU, compresi i soccorsi, il supporto idrico e il ripristino della rete telefonica sull’intero territorio. Questa decisione è stata presa nonostante le tensioni politiche interne a Israele.
Le operazioni dell’IDF all’interno della Striscia proseguono con l’annuncio di aver preso una roccaforte della Jihad islamica, causando la morte di molti miliziani. Le truppe israeliane continuano a scoprire armi in strutture civili, compresi asili e scuole, mantenendo la pressione sull’ospedale Shifa nel centro di Gaza City. L’esercito ha dichiarato di aver trovato un’altra struttura sotterranea vicino all’ospedale.
La situazione umanitaria a Gaza è allarmante, con il ministero della Sanità locale che riporta oltre 12.000 morti, tra cui 5.000 minori. Le Nazioni Unite esprimono preoccupazione per la possibilità che il conflitto si estenda ai Territori palestinesi occupati, mentre la tensione aumenta anche nella Cisgiordania. Antony Blinken, segretario di Stato degli Stati Uniti, ha chiesto ad Israele di prendere “misure urgenti” per fermare la violenza dei coloni contro i palestinesi. La tensione persiste anche al confine con il Libano, con scambi di fuoco tra Hezbollah e Israele in risposta.