In Italia oltre 3 milioni di persone soffrono di una forma di depressione, di cui più di 2 milioni sono donne. Circa un milione di pazienti è affetto da depressione maggiore, ma di questi solo la metà ha ottenuto una diagnosi e riceve un trattamento. E fra i malati più gravi in cura, il 30% circa (130 mila) non risponde alle terapie tradizionali nonostante una corretta aderenza ai farmaci, somministrati in dosi e per tempi adeguati. È il quadro allarmante delineato oggi a Milano all’incontro ‘Depressione sfida del secolo, verso un Piano nazionale per la gestione della malattià, organizzato in occasione della Giornata mondiale della salute mentale (10 ottobre) da Janssen, azienda farmaceutica del gruppo Johnson&Johnson, e dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda). Durante i lavori tutti i relatori hanno firmato simbolicamente una copia del primo Libro bianco Onda sulla salute mentale in Italia, che dopo questa presentazione ufficiale nel capoluogo lombardo verrà portato all’attenzione delle Istituzioni regionali nel corso del 2020. Serve «un impegno condiviso e concreto volto a combattere gli stereotipi, facilitare l’accesso alle cure anche innovative e migliorare la qualità della vita di chi soffre, contribuendo al tempo stesso a ridurre l’alto impatto di risorse socio economiche legato a questa patologia», ammoniscono gli esperti lanciando «una call to action per arrivare ad avere anche in Italia un Piano nazionale per la gestione della malattia». Fra il 2005 e il 2015 i casi sono infatti aumentati del 20% circa, tanto che oggi nel mondo la depressione colpisce più di 300 milioni di persone ed è diventata la prima causa di disabilità a livello globale riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Fino a 20 anni fa era al quarto posto. Il Mental Health Day 2019 è dedicato alla prevenzione del suicidio. Stando all’Oms se ne registra uno ogni 40 secondi e questa realtà «è purtroppo legata a doppio filo alle forme di depressione più severe e resistenti ai trattamenti – evidenziano gli psichiatri – La depressione maggiore, se non correttamente trattata, è infatti associata a una mortalità stimata intorno al 15%». Perché quando la malattia cronicizza e i sintomi si aggravano, «apatia, anedonia, insonnia, pensieri di colpa e ideazione suicidaria generano una frattura sempre più marcata tra la persona e la sua vita precedente». Più in generale, «fra i pazienti affetti da disturbi dell’umore, la messa in atto di almeno un tentativo suicidario nel corso della vita arriva a coinvolgere una persona ogni tre». «I disturbi mentali sono la principale causa di morte, disabilità e impatto economico al mondo – afferma Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) e direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano – Le patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale, e in particolare la depressione maggiore, sono molto più frequenti di quanto si possa pensare e per questo dovrebbero essere considerate la principale sfida per la salute globale del XXI secolo». «Onda è impegnata da anni e su più fronti a promuovere la salute mentale – dichiara la presidente e fondatrice Francesca Merzagora – per ridurre lo stigma verso le patologie psichiatriche e migliorare di conseguenza l’accesso alle cure da parte dei pazienti». Siccome il genere femminile è correlato a un rischio doppio di incorrere in un disturbo depressivo rispetto a quello maschile, «Onda con Sinpf e Sip (Società italiana di psichiatria) ha presentato 6 mesi fa il Manifesto ‘Uscire dall’ombra della depressionè – ricorda – Oggi vogliamo rinnovare il nostro impegno con la presentazione di questo Libro bianco»
All’evento milanese ha partecipato in rappresentanza delle Istituzioni Rossana Boldi, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera. «La nostra call to action – conclude Merzagora – vuole essere di stimolo» ai decisori, «con l’obiettivo di potenziare gli investimenti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e arrivare ad avere nel nostro Paese un Piano nazionale di lotta alla depressione». «La nostra mission, da 60 anni a questa parte – commenta Massimo Scaccabarozzi, amministratore delegato e presidente di Janssen Italia – è minimizzare l’impatto delle patologie mentali sui pazienti, grazie alla ricerca di soluzioni terapeutiche innovative che va di pari passo con il dialogo e la collaborazione con tutte le parti del settore. Siamo impegnati nell’identificare nuovi target per la depressione, l’insonnia e la schizofrenia. È significativo il fatto che, nell’area della salute mentale, ben due molecole di Janssen hanno ricevuto dall’Oms il riconoscimento di farmaci essenziali per l’umanità. Oggi continuiamo a fare ricerca in quest’area e siamo una delle poche aziende impegnate a rispondere ai bisogni insoddisfatti dei pazienti e a introdurre nuove terapie».