Andrà al voto una nuova risoluzione a favore della pace, dalla quale si attende un massiccio sostegno a Kiev. Il documento invoca una “pace globale, giusta e duratura in Ucraina in linea con i principi della Carta Onu”. Lo ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo tra i primi in assemblea e abbracciando il suo omologo ucraino Kuleba alla fine del suo discorso.
La Lega però frena sul nuovo invio di armi a Kiev, mentre persistono tensioni sulle parole di Berlusconi sulla guerra e la reazione di Zelensky. Il ministero della Difesa su Instagram ha scritto: “Secondo le informazioni disponibili, nel prossimo futuro il regime di Kiev sta preparando una provocazione armata contro la Repubblica Moldava transnistriana che sarà condotta dalle Forze Armate ucraine, anche con il coinvolgimento della formazione Azov. Come pretesto per l’invasione, Kiev ha in programma di organizzare una offensiva dal territorio della Transnistria. I sabotatori indosseranno uniformi militari russe”. Vladimir Putin ha revocato un decreto del 2012 che sollecitava lo sviluppo di buone relazioni con l’Ue, gli Usa e la Nato e prometteva tra l’altro di collaborare a una soluzione del problema della Transnistria nel “rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale” della Moldavia. Contemporaneamente, con la visita dell’inviato cinese Wang Yi in Russia, Mosca rilancia l’asse strategico con Pechino, che ribadisce la sua intenzione di mediare una soluzione politica al conflitto ucraino. Tra le aspirazioni di Putin c’era la creazione con l’Unione europea di “un unico spazio economico e umano dall’Atlantico all’Oceano Pacifico” e lo sviluppo delle “relazioni con la Nato”. Ma anche il riconoscimento dell’integrità territoriale moldava, messa in discussione dai separatisti filorussi della Transnistria. La revoca di questa parte delle linee guida è destinato ad aumentare le tensioni con la Moldavia, la cui presidente, l’europeista Maia Sandu, ha accusato recentemente la Russia di preparare un colpo di Stato a Chisinau per portare il Paese nella sua orbita, aprendo così un nuovo fronte ai confini dell’Ucraina. Putin del resto oggi è tornato a spiegare l’intervento in Ucraina come una battaglia “ai nostri confini storici, per la nostra gente”.