Pensionato ultrasettantenne affetto da patologia neurodegenetiva presenta richiesta di invalidità e dopo 4 mesi non ottiene nessuna risposta. Paradosso,  l’Inps non riconosce le condizioni del soggetto, il Sistema Sanitario Regionale sì

Quando lo Stato “fa male” al cittadino lo fa sul serio, fino in fondo, con freddezza, con distacco. E non tiriamo in ballo i tempi tecnici della burocrazia quando si tratta di malati affetti da malattia  neurodegenerativa che non aspetta certo quei ritardi. Il caso lo mette in evidenza l’autorevole quotidiano telematico nazionale Affari Italiani.It. La patologia  iniziale del cittadino romano ultrasettantenne di cui stiamo parlando è  il Parkinson e dal lontano 11 aprile, giorno in cui ha presentato la domanda per il riconoscimento dell’invalidità è anche peggiorata.  L’Inps fa melina, e nel frattempo il soggetto  ha scoperto di avere anche una malattia abbastanza rara, la “demenza con i corpi di Lewy”, caratterizzata dal deterioramento cognitivo. E’ il crollo in pochi mesi, per il Sistema Sanitario Regionale è meritevole dell’esenziona dal pagamento dei farmaci ma per l’Inps non ha diritto ad alcuna delle agevolazioni riservate a chi ha un’aspettativa di vita ridotta e sempre più complicata. e’ costretto all’uso del deambulatore,  acquistato a sue spese, in attesa che i medici e gli impiegati dell’Inps si ricordino di lui, ha noleggiato una sedia a rotelle che gli consente di muoversi in casa e di fare qualche breve passeggiata accompagnato, ma unse decide di uscire (sempre accompagnato) deve combattere con le barriere architettoniche e, soprattutto, con l’impossibilità di utilizzare i parcheggi riservati ai disabili perché se lo è per la Sanità, per lo Stato non è un disabile. E’  in attesa che una commissione medica dell’Inps certifichi che la sua grave malattia neurologica sia tale e lo ammetta ai benefici previsti per chi ha perso l’autosufficienza. E ci si augura che qualcuno si svegli prima che sia troppo tardi. La malattia neurodegenerativa non ha liste d’attesa.