La procura di Milano ha sequestrato il telefono di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, nell’ambito dell’indagine sulla sua presunta violenza sessuale nei confronti di un’ex compagna di liceo. Il telefono è stato consegnato senza la scheda SIM e questo ha sollevato dubbi sul suo possesso e sulla necessità di coinvolgere il Parlamento. Ignazio La Russa, padre di Leonardo, ha dichiarato di voler tutelare l’onorabilità della sua famiglia dalla speculazione politica e ha incaricato un avvocato di raccogliere tutti gli elementi che vanno oltre il diritto di cronaca e critica. La Russa ha espresso disappunto nei confronti dei media e delle associazioni di sinistra che hanno organizzato proteste politiche e diffamatorie. Ha deciso di separare la sua vita personale dal ruolo di presidente del Senato e ha accusato i media di scambiare le foto dei suoi figli e di fornire ricostruzioni distorte delle loro vite giovanili. La Russa ha anche fatto riferimento a manifesti apparsi vicino al suo studio legale e a un flash mob organizzato a Milano dal movimento “Non una di meno”. La consegna del telefono alle autorità è avvenuta insieme alla madre di Leonardo e al suo avvocato difensore. È ancora oggetto di dibattito se il Parlamento debba essere coinvolto nel caso, poiché la scheda SIM del telefono risulta intestata a una società legale associata a La Russa. Nel frattempo, la polizia sta ascoltando testimoni e proseguendo le indagini. Tra i testimoni, vi sono la ragazza che ha denunciato Leonardo, sua madre e amiche, nonché una conoscente presente nel locale in cui si sono verificati i fatti. Le audizioni continueranno nei prossimi giorni per stabilire le condizioni della presunta vittima e la sua capacità di dare o meno il consenso, considerando che è risultata positiva a sostanze stupefacenti a causa di farmaci tranquillanti assunti regolarmente.