La guerra all’Ucraina non fa bene neanche al petrolio russo, tanto che il petrolio “Ural”,  meno facile da lavorare rispetto ad altri “light” che sono “più flessibili”, perde valore. In tanti non lo vogliono, ma c’è chi come Shell ne ha approfittato acquistando un carico “in svendita”, a prezzi molto inferiori alle quotazioni di mercato. Il ministero degli Esteri ucraini, Dmytro Kuleba, twittatando alla multinazionale britannica, ha scritto :”Non sentite l’odore del sangue ucraino nel petrolio russo? Invito tutte le persone coscienziose in tutto il mondo a chiedere alle multinazionali di tagliare tutti i rapporti commerciali con la Russia”.  Ma Shell ha poi spiegato che l’acquisto è avvenuto dopo “aver avuto intensi colloqui con i governi” e che sta cercando “alternative al petrolio russo dove possibile”. Shell ha anche dichiarato che donerà i profitti del recente acquisto di petrolio greggio russo a un fondo per aiutare i rifugiati ucraini: “Destineremo i profitti della quantità limitata di petrolio russo che dobbiamo acquistare a un fondo dedicato. Lavoreremo con i partner e le agenzie umanitarie nei prossimi giorni e settimane per decidere dove i soldi di questo fondo saranno meglio distribuiti per alleviare le terribili conseguenze di questa guerra sul popolo ucraino”.