L’economia italiana sta mostrando una performance più debole del previsto. Nel secondo trimestre del 2023, il Prodotto Interno Lordo (PIL), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ha registrato una diminuzione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, mentre è cresciuto dello 0,4% rispetto al secondo trimestre del 2022. Questi dati sono stati rilasciati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), che ha rivisto al ribasso le stime precedenti diffuse a fine luglio.
In particolare, la stima preliminare indicava una riduzione congiunturale dello 0,3% e una crescita tendenziale dello 0,6%, ma i nuovi dati hanno portato a una revisione al ribasso. La variazione acquisita per l’intero anno è stata ridotta dall’0,8% stimato inizialmente a un modesto +0,7%, secondo quanto comunicato dall’Istat.
La flessione del PIL è stata principalmente causata dalla debolezza della domanda interna, che ha sottratto all’economia 0,7 punti percentuali. Nel secondo trimestre, l’economia italiana ha evidenziato una performance inferiore rispetto alla media europea e ai principali partner commerciali. Mentre l’Italia ha registrato una diminuzione del PIL dello 0,4%, Stati Uniti e Francia hanno registrato incrementi rispettivamente dello 0,6% e dello 0,5%, mentre la Germania è rimasta stabile.
In termini di crescita tendenziale, rispetto alla modesta crescita italiana dello 0,4%, gli Stati Uniti hanno registrato una crescita del 2,6% e la Francia dello 0,9%, mentre la Germania ha sperimentato una diminuzione dello 0,1%. Complessivamente, il PIL nella zona euro è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al secondo trimestre del 2022. Questi dati mettono in evidenza le sfide che l’economia italiana sta affrontando e la necessità di adottare misure per rilanciare la crescita.