La Libia è in preda al caos e alla tragedia a causa dell’uragano Daniel e del crollo delle dighe a Derna. La città di Derna, che un tempo era una delle più importanti della Cirenaica costruita dagli italiani, è ora praticamente distrutta dall’acqua.

Il numero ufficiale dei morti è salito a almeno 6.000, ma secondo alcune stime della tv di Bengasi e della Croce Rossa, potrebbero essere più di diecimila le vittime. La situazione è così critica che le persone scomparse sono in numero indefinito.

Tamer Ramadan, inviato per la Libia della Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, ha dichiarato: “Il bilancio delle vittime è enorme”, aggiungendo che finora il numero delle persone scomparse ha raggiunto le 10.000 unità.

Il ministro della Sanità del governo sostenuto dal Parlamento di Tobruk, Othman Abdel Jalil, ha visitato la città di Derna ed ha descritto la situazione come “catastrofica”. Ha affermato che i corpi giacciono ancora in molti luoghi e che ci sono famiglie bloccate nelle loro case e vittime sotto le macerie. Non esistono statistiche definitive sul numero delle vittime.

Le vie di comunicazione sono diventate inagibili, complicando le operazioni di soccorso. Alcuni aiuti sono stati dirottati via mare, e una nave carica di materiali sanitari è partita da Tripoli per aiutare le vittime.

La comunità internazionale sta rispondendo all’emergenza. Il presidente americano Joe Biden ha annunciato l’invio di fondi di emergenza e la cooperazione con le autorità libiche e le Nazioni Unite per fornire ulteriore supporto. Anche la Russia di Vladimir Putin e l’Unione europea hanno offerto assistenza.

Tuttavia, la situazione è critica, e si teme una possibile epidemia di colera a causa delle acque inquinate e dei corpi in decomposizione. La Libia affronta ora una delle sue peggiori catastrofi umanitarie degli ultimi anni.