Un’inquietante macchia verde fluorescente è apparsa stamani nel cuore di Venezia, suscitando preoccupazione e interrogativi sulle cause e i motivi di tale evento. La chiazza è stata notata poco sotto il Ponte di Rialto da numerosi cittadini che hanno prontamente avvertito le autorità locali. Nonostante la presenza di simili azioni dimostrative ecologiste in passato, questa volta non è stata rivendicata alcuna responsabilità per l’atto.
La città lagunare, come di consueto, era affollata di turisti, ed è stata anche teatro della “Vogalonga”, una regata non competitiva che ha coinvolto quasi 2.000 barche a remi, attraversando anche il Canal Grande e avvicinandosi alla chiazza fosforescente. Come accade in casi simili, è iniziata la ricerca dei responsabili, ma soprattutto l’indagine per accertare se la sostanza versata potesse essere tossica o dannosa per l’ecosistema lagunare.
Il Prefetto Michele Di Bari ha convocato una riunione urgente presso la Questura, con la partecipazione di forze dell’ordine, polizia locale, vigili del fuoco e l’Agenzia regionale per l’ambiente, al fine di effettuare prelievi d’acqua e analisi. I primi dati indicano che il liquido versato a Rialto è una fluorescina, un tracciante assolutamente innocuo utilizzato per individuare perdite d’acqua nelle tubature e nei sistemi di scarico urbani. Non vi è alcun pericolo per la salute della popolazione.
Episodi simili di allarme si erano già verificati in passato, come ad esempio in una roggia di Rozzano (Milano) e sul Lago di Como durante lavori di fognatura. Tuttavia, il Prefetto Di Bari, in accordo con il Questore Michele Masciopinto, ha disposto un rafforzamento della vigilanza nelle zone lagunari al fine di monitorare eventuali criticità e prevenire futuri episodi simili. Le indagini sono ancora in corso, e una nuova riunione è stata programmata per domani.
La chiazza verde apparso oggi ha riportato alla luce un’azione artistica provocatoria avvenuta quasi cinquant’anni fa, nel 1968, sempre a Venezia, nell’ambito della Biennale d’Arte. Fu l’artista argentino Nicolas Garcia Uriburu ad attraversare il Canal Grande su una barca, gettando in acqua un pigmento che rendeva fosforescenti i microrganismi presenti nell’acqua, conferendole una tonalità verde fosforescente. La sua opera era ispirata al movimento della Land Art, che annovera tra i suoi esponenti artisti come Oppenhiem e Christo. Si trattò di un’operazione spettacolare che invitava alla cura dell’ambiente, utilizzando il verde, simbolo universale dell’ecologia. Uriburu ripeté questa performance più volte durante la sua carriera fino alla sua morte nel 2016.