Meno male che Maurizio Crozza è tornato, con le sue graffianti stoccate alla classe politica, al regime (perché di questo si tratta) che giallo-verde o giallo rosso che sia continua a menare per il naso l’opinione pubblica, i cittadini italiani. Il giullare genovese finisce per rappresentare l’unica vera opposizione ad un sistema spavaldo, aggressivo, che non consente margini di dialogo, di contrapposizione. Chi ha il potere ha tutto, quattro quinti dei giornali, i media televisivi, i social e tutto quello che consente di garantire il peso di una tesi, quale che essa sia. Siamo passati da un governo che prometteva determinate cose senza riuscire a realizzarle se non in minima parte ad un governo che boccia tutto il pregresso e promette soluzioni alternative di segno opposto.
Tutte le polemiche, le tensioni, la insopportabile pressione mediatica che hanno avvelenato il cammino del Conte-1 sono magicamente scomparse. Ora il Conte-bis è osannato – solo una impotente opposizione di destra agita le bandiere ma non incide – va tutto bene, il premier diventa uno statista di livello mondiale, Luigi Di Maio si improvvisa Ministro degli Esteri, si aprono i porti, si dialoga con l’Europa, si tassano le merendine e si apre senza criterio ad una confusa politica green. Renzi è di nuovo sugli altari, Zingaretti diventa un maestro della politica spicciola ma efficace di chi è nato e cresciuto in ujn partito (forse è l’ultimo esemplare rimasto) In Rai si preparano nuovi ribaltoni, la scuola riceve input opposti a quelli che riceveva prima, per le infrastrutture cominciamo a rimpiangere Toninelli e la revoca della concessione ai Benetton per le Autostrade finisce nel limbo. La Tav? Ma che cos’è? E allora meno male che Maurizio Crozza è tornato a dire in Tv quello che tutto sommato gli italiani hanno nella pancia. Lui può sfottere, ridicolizzare i potenti, può ironizzare su Conte, sul nuovo superministro dell’economia, su Di Maio, su Mattarella e Berlusconi su Renzi e su Zingaretti. I suoi ritratti sono pesanti, ri ride amaro. Ma almeno non ci si sente del tutto inutili e impotenti. Il richiamo alla famosa favola di Andersen è quasi obbligato.
Ricordate? Lo stupido re girava nudo convinto che una magia lo rendesse invisibile e nessuno osava contraddirlo, nessuno osava contrastare questo sogno: finchè un bambino tra la folla urlò: ma papà, il re è nudo… Con tutto quello che segue. Ecco, questo è il ruolo – incredibile che il potere glielo consenta, ma forse rientra in una logica politica più sofisticata – di Crozza. Lui sottolinea le cose più evidenti, ma che nessuno sul palcoscenico dei media ora dire ad alta voce. Speriamo che duri a lungo. E soprattutto speriamo che mettere alla berlina il regime serva a qualcosa.