Mes, ok al testo della maggioranza. Ma 14 deputati M5S assenti al voto

Sì dell’Aula della Camera alla risoluzione unitaria di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 291 voti a favore, e 222 contrari.

L’Assemblea di Montecitorio ha successivamente bocciato la risoluzione del centrodestra e quella di +Europa, su cui il governo aveva espresso parere contrario. Su quest’ultimo documento i deputati di Fi si sono astenuti.

Mes, Camera respinge risoluzioni Centrodestra e +Europa – La Camera dei deputati respinge con 292 voti sfavorevoli e 222 sì, la risoluzione del centrodestra sul Mes, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prima del Consiglio Ue del 12 e 13 dicembre. Respinti anche il testo di +Europa con 431 no e solo 9 voti favorevoli.

Mes, 14 deputati M5s assenti al voto su risoluzione maggioranza – Sono quattordici i deputati M5s che non hanno partecipato al voto sulla risoluzione di maggioranza approvata in aula alla Camera in seguito alle comunicazioni del premier Giuseppe Conte sul consiglio europeo del 12 e 13 dicembre. Una risoluzione che tra le altre cose contiene gli impegni del governo sulla riforma del Mes su cui i pentastellati hanno dibattuto fino all’accordo della notte scorsa. Si tratta di Massimo Baroni, Emilio Carelli, Luciano Cillis, Gianfranco Di Sarno, Alessandra Ermellino, Francesco Forciniti, Stefania Mammì, Michele Nitti, Cosimo Gaetano Pignatone, Eugenio Saitta, Simona Suriano, Patrizia Terzoni, Raffaele Trano e Andrea Vallascas. Tra gli esponenti della maggioranza assenti al voto anche sei deputati del Pd: Marina Berlinghieri, Francesca Bonomo, Piero De Luca (che però è intervenuto in dichiarazione di voto a favore della risoluzione di maggioranza), Stefano Lepri, Andrea Orlando, Patrizia Prestipino.Mes, Conte: “Italia non ha nulla da temere. Diremo no a tagli sproporzionati”

Sei i ministri in aula, a Montecitorio, per le comunicazioni del premier Giuseppe Conte sul Consiglio Ue del 12 e 13 dicembre. Accanto al presidente del consiglio siedono il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e quello della Giustizia Alfonso Bonafede, mentre negli altri posti riservati all’esecutivo hanno preso posto la ministra della Pa Fabiana Dadone, il ministro della Sanità Roberto Speranza, degli Affari Ue Vincenzo Amendola e della Difesa Lorenzo Guerini. Nutrita, nel resto dell’emiciclo, la presenza dei deputati.

IL DISCORSO DI CONTE

No a divisioni in Europa

Il governo italiano intende promuovere con il Consiglio europeo “una maggiore coesione fra i leaders europei”. Perchè “non è questo il tempo per dividersi o lasciarsi dividere”.

Ue percorso inclusivo a partire daI Parlamenti

“Il governo italiano non farà mancare le proprie proposte” e confido anche “nel Parlamento. Rivendicherò un metodo inclusivo” a partire dai parlamenti per un percorso che “non deve essere elitario ma ampiamente partecipato” che abbia al “centro i bisogni dei cittadini”.

Mes: trasparenza in rapporto con Camere

“Ribadisco, in questa sede, quanto da me già evidenziato nell’informativa resa al Parlamento lunedì 2 dicembre, circa la coerenza e la trasparenza informativa che hanno caratterizzato sempre l’interlocuzione tra Governo e Parlamento su un tema così complesso e sensibile”.

Italia non ha nulla da temere, debito sostenibile

Sul Mes “l’Italia non ha nulla da temere” perche’ “il suo debito e’ pienamente sostenibile”, e “lo dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione Ue, e i mercati”.

Governo coerente con Camere. Logica pacchetto

“La posizione del Governo in sede europea sarà sempre coerente con gli indirizzi definiti dalle Camere” ha detto ancora Conte. “Il Governo continuerà a operare secondo una logica di pacchetto assicurando l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria e valutando con la massima attenzione i punti critici”, ha aggiunto il premier.

Onorare buone politiche, ‘green economy’ e occupazione

“Il Consiglio Europeo che si svolgerà domani e dopodomani a Bruxelles è il primo dopo il completamento delle nomine dei vertici delle Istituzioni europee”.  Le Istituzioni europee “possono dunque iniziare a onorare l’impegno di realizzare ‘buone politiche’ per i cittadini europei e di fornire loro soluzioni, risposte, opportunità. Il rilancio della crescita e dell’occupazione, soprattutto giovanile e la lotta al cambiamento climatico e il sostegno alla ‘green economy’ rappresentano obiettivi prioritari e necessitano di segnali forti e chiari da parte dell’Europa”, ha aggiunto.

Italia si opporrà a tagli sproporzionati 

“Con riferimento alle singole politiche, il Governo intende opporsi ai tagli sproporzionati, che colpirebbero settori strategici quali lo Spazio, il Digitale, la Difesa, la Sicurezza: si tratterebbe di una sottrazione di risorse alle nuove priorità dell’Unione Europea che devono invece necessariamente rimanere ambiziose” ha proseguito Conte. “Anche sulle politiche tradizionali, come Coesione e Politica Agricola Comune, dove iniziano a emergere pur limitati progressi, l’Italia intende ribadire alcune linee rosse già trattate. Il nostro Paese si tradurrebbe in una penalizzazione delle regioni più in difficoltà. Sulla Politica Agricola Comune, la nostra preoccupazione principale resta la convergenza esterna dei pagamenti diretti, sulla quale continueremo a chiedere garanzie di una sua definitiva – e possibilmente immediata – abolizione: lo faremo assieme ai numerosi partner che condividono con noi la considerazione che questo meccanismo non risponde più allo scopo di promuovere lo sviluppo razionale della produzione agricola europea, al suo progresso tecnico e all’obiettivo, ormai prioritario, di contribuire alla transizione ecologica”, ha aggiunto il premier.

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