Il traguardo intermedio dei 7.500 posti letto negli studentati, da raggiungere entro la fine del 2022, è stato eliminato e la sua quota è stata inclusa nei 60.000 posti previsti entro la fine del 2026. Questo cambiamento comporterà una decurtazione di 519 milioni di euro dalla terza rata del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per l’Italia. Tuttavia, è stato raggiunto un accordo per recuperare questa cifra all’interno della quarta rata.

La modifica è stata discussa nella Cabina di Regia, ed è considerata una soluzione per sbloccare lo stallo riguardante questa tranche del Pnrr, che l’Italia attende da quasi sette mesi.

Secondo fonti del governo, dopo un’approfondita interlocuzione con la Commissione Europea, il governo italiano ha presentato una richiesta di modifica in materia di riforma degli alloggi per studenti durante la riunione della Cabina di Regia sul Pnrr. L’obiettivo è inserire una nuova milestone nella quarta rata, chiarire le condizioni e gli obiettivi della misura e correggere alcuni errori materiali.

Nonostante queste modifiche, è stato garantito che l’importo complessivo dei pagamenti che l’Italia riceverà nel 2023 con la terza e la quarta rata (per un totale di 35 miliardi di euro) rimarrà invariato. La terza rata comprenderà 54 obiettivi per 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta conterrà 28 obiettivi per 16,5 miliardi.

L’Unione degli Universitari (UDU) ha accolto positivamente lo sblocco della terza tranche del Pnrr, ma ha espresso disappunto per l’assenza dei fondi destinati agli alloggi universitari. Secondo l’UDU, il Ministero non ha mai ascoltato le loro richieste riguardanti l’assegnazione di fondi a favore dei privati per posti letto che già esistevano, invece di finanziare nuove soluzioni abitative. L’UDU ha chiesto al governo di rivedere il piano di realizzazione degli studentati e ha invitato la Ministra Bernini a un incontro urgente per affrontare la questione.