Mosca ha accusato 92 membri delle forze armate ucraine di crimini contro l’umanità e ha proposto un tribunale internazionale sostenuto da Paesi come Bolivia, Iran e Siria. Ad affermarlo il capo della commissione investigativa russa Alexander Bastrykin, sulla Bbc ed ha dichiarato al sito governativo Rossiiskaya Gazeta che sono state avviate più di 1.300 indagini penali.
La Bbc non ha potuto verificare le informazioni contenute nell’intervista, mentre Kiev non ha rilasciato commenti in merito. Bastrykin ha poi accusato l’Occidente di sponsorizzare apertamente il “nazionalismo ucraino”, per cui un processo sostenuto dalle Nazioni Unite “è estremamente dubbio”. Anche l’Ucraina sta conducendo le proprie indagini e ha già affermato che sta esaminando 21mila crimini di guerra e di aggressione presumibilmente commessi dalle forze russe dall’inizio dell’invasione, lo scorso febbraio.
Intanto il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha detto che la Russia manterrà i suoi impegni sull’export dei prodotti agricoli, a prescindere dalla revoca o meno delle restrizioni applicate a Mosca ed ha aggiunto: “Non abbiamo pregiudizi riguardo ad una ripresa di colloqui con Kiev su un ampio spettro di temi che vadano oltre il grano, dipende dagli ucraini”. Poi Lavrov ha detto che l’Occidente deve rimuovere gli ostacoli che ha posto alle esportazioni di cibo e fertilizzanti russi, se vuole risolvere la crisi alimentare. Sempre Lavrov ha spiegato che sarà una terza parte a garantire la sicurezza delle navi che trasportano il grano ucraino insieme alla Russia e alla Turchia. “Siamo riusciti a raggiungere un accordo a Istanbul: l’Ucraina sminerà i porti e lascerà che le navi prendano il mare, mentre Russia, Turchia e un’altra parte, che sarà determinata in seguito, scorteranno le navi verso il Bosforo” – ha dichiarato.