Papa Francesco ha trascorso una notte tranquilla presso l’Ospedale Gemelli dopo l’intervento chirurgico di tre ore all’intestino a cui è stato sottoposto. L’operazione, eseguita in anestesia generale, è stata condotta senza complicazioni da un’equipe guidata dal professor Sergio Alfieri. Secondo quanto trapelato dallo staff del Policlinico universitario, la situazione è stabile e non ci sono ulteriori novità rispetto a quanto comunicato ieri sera dal professor Alfieri, il quale aveva riferito che il Pontefice aveva reagito bene all’intervento, era vigile, cosciente e anche spiritoso nel fare battute.
Il decorso post-operatorio sta procedendo come previsto. Sui social media, molte persone hanno manifestato il loro sostegno e la loro vicinanza al Papa, tra cui padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e persona molto vicina al Pontefice, che ha sottolineato la sua fibra forte, la sua grande fede e il suo grande senso dell’umorismo, sempre presente nonostante tutto.
Il professor Alfieri ha spiegato che l’intervento è stato programmato a causa di tenaci aderenze nell’intestino medio che causavano sintomi. Durante l’operazione, queste cicatrici interne sono state liberate e la difficoltà di transito è stata risolta con una plastica e l’uso di una rete protesica. Il Santo Padre ha reagito positivamente all’intervento. Il chirurgo ha anche precisato che l’intervento di due anni fa è stato effettuato per una patologia benigna, così come quello attuale, che non lascerà tracce. La degenza prevista è di cinque o sette giorni, considerando che il Papa ha 86 anni e ha già subito quattro interventi.
L’operazione chirurgica è stata eseguita senza complicazioni ed è durata tre ore, come comunicato dalla Sala stampa vaticana. Successivamente, il Pontefice è stato riportato al suo appartamento al decimo piano del policlinico. Papa Francesco è vigile, cosciente e ringrazia per i numerosi messaggi di vicinanza e preghiera che ha ricevuto fin da subito, secondo quanto riferito dal direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni. Quest’ultimo ha spiegato che l’intervento era necessario a causa di un laparocele incarcerato che causava sindromi sub-occlusive ricorrenti, dolorose e che peggioravano nel tempo. La permanenza presso la struttura ospedaliera durerà diversi giorni per permettere il normale recupero post-operatorio e il completo ripristino delle funzioni.