Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida durante un punto stampa a margine dei suoi incontri a Bruxelles, ha detto: “Lavorare sui flussi è la strada giusta, noi abbiamo un piano flussi disatteso da anni che può essere un occasione per quelli che vogliono venire in Italia legalmente e in sicurezza. Quest’anno lavoreremo per fa entrare legalmente quasi 500.000 immigrati legali. Questo può essere organizzato anche attraverso accordi multilaterali e bilaterali per sostenere l’immigrazione legale”. Il ministro ha però evidenziato come non si tratti di un piano del Governo per far arrivare in Italia circa 500mila migranti regolari. “In realtà non ho mai parlato di alcun piano, perché non esiste alcun piano in merito – ha precisato – La cifra da me indicata e riportata dai media si riferisce al numero di richieste di ingressi sul nostro territorio nel settore della produzione, nei trasporti, in agricoltura, nel terziario e via così. Non abbiamo dunque aggiunto nulla rispetto a quanto già noto da mesi, in un contesto italiano nel quale esistono offerte di lavoro in settori strategici messi in crisi anche da provvedimenti come il reddito di cittadinanza. Abbiamo sottolineato che il contrasto all’immigrazione irregolare è ancor più necessario proprio perché nemico di quella regolare. Più partenze corrispondono a più morti, questo è il dato assoluto. Quindi quello che va fermato sono le partenze per fermare i morti. L’Italia ha fatto tutto quello che poteva fare, e lo dicono i numeri. Abbiamo accolto più migranti di ogni altro, ma ora porsi è necessario porsi il problema a livello europeo, Non è possibile che una sola nazione si faccia carico del problema. L’immigrazione illegale è nemica dell’immigrazione legale, noi non siamo contro la migrazione siamo contro l’illegalità”. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ha aggiunto: “E’ mia intenzione definire, d’intesa con i miei colleghi interessati, degli interventi di natura normativa che affrontino i temi di particolare criticità, come i rimpatri, il sistema di accoglienza, la protezione internazionale e i procedimenti per l’ingresso regolare degli stranieri”. Per il ministro, quindi, “bisogna proseguire sul rafforzamento dei canali legali di ingresso dei migranti. E’ una tragedia che ci addolora profondamente e interpella le nostre coscienze ad agire per fermare traversate così pericolose e trovare risposte concrete alla questione migratoria. E’ evidente che questo si può fare solo con un’azione decisa dell’Ue e una forte sinergia con i Paesi di transito. Dobbiamo evitare che chi scappa dalle guerre si affidi a trafficanti di essere umani senza scrupoli, servono politiche responsabili e solidali dell’Ue. Il decreto Ong non ha in alcun modo l’obiettivo di impedire i soccorsi, ma che si svolgano in maniera ordinata e coerente con le norme internazionali e ai quali si conformano gli Stati e solo indirettamente i soggetti privati. Ribadisco che le nuove disposizioni non introducono alcun divieto su scenari e l’intervento delle operazioni di recupero”. Il portavoce della Commissione europea Eric Mamer rispondendo alla richiesta di un commento sulle parole del ministro Piantedosi sul naufragio di Cutri ha affermato: “La Commissione Ue ha una politica molto chiara quando si tratta di asilo e di diritto all’asilo: le persone che si trovano in una situazione di pericolo hanno il diritto legittimo di chiedere asilo in un Paese sicuro, compresi i Paesi che compongono l’Ue. Avvertiamo dei pericoli derivanti dai trafficanti di esseri umani, responsabili di mettere in pericolo vite di persone che si trovano in situazioni di grande precarietà e disagio: è questo che dobbiamo combattere”. Il ministro Piantedosi ha ancora una volta rimarcato: “Fermatevi, verremo noi a prendervi. Questo è il senso dei corridoi umanitari. La disperazione non giustifica viaggi a rischio. Dobbiamo fare in modo che le terre siano sempre più sicure del mare. Il mio obiettivo è concorrere a svuotare le sedi di detenzione in Libia. Realizzare Centri di permanenza per i rimpatri è molto dispendioso, ma lo riteniamo nel programma. Il discorso delle espulsioni è la chiusura del cerchio per flussi migratori irregolari. In questo senso non solo abbiamo in animo la logistica di supporto, ma anche contatti con Paesi all’origine di questi flussi”.