Il santuario di Paestum, scoperto nel 2019, sta rivelando grandi sorprese grazie ai lavori per riportarlo alla luce. Il santuario, delimitato da basamento in pietra con gradini d’accesso, era utilizzato per il culto delle divinità e presentava numerose decorazioni, tra cui sette teste di toro, immagini di Eros a cavallo del delfino e una commovente Afrodite. Il direttore dei musei, Massimo Osanna, ha elogiato la scoperta definendola “un contesto unico che accende una luce molto interessante sulla vita religiosa antica”. La datazione delle decorazioni fittili ha permesso di stabilirne la fondazione nel primo quarto del V secolo a.C. Il tempio ha dimensioni molto contenute e si distingue per la purezza delle forme, diventando così il primo edificio dorico a Paestum ad esprimere pienamente il canone dorico. È stata ritrovata una distesa di oggetti nello spazio che separa il fronte dell’edificio dall’altare, tra cui statuette in terracotta e templi e altari in miniatura. Gli oggetti, piccoli capolavori di artigianato, sembrano essere stati poggiati in terra con devozione, come in un rito di chiusura del santuario. La direttrice dei lavori, Carmela D’Angelo, ha spiegato che ogni giorno emergono nuove sorprese dallo scavo, il quale sta procedendo con l’obiettivo di raccogliere informazioni sui diversi periodi di vita del tempio. Gli elementi di forte interesse osservati finora includono la firma degli Avili, una famiglia di ceramisti di origine laziale che ha lasciato la propria firma su una delle statuette del santuario, e l’ubicazione particolarissima del tempio, costruito lontano dal centro e dagli altri templi, vicino alle mura e al mare. Nonostante siano ancora necessari ulteriori studi, l’ipotesi che il tempio sia intitolato a Poseidon, il dio che ha dato il nome alla città, è estremamente interessante.