L’A.M.S.I. – Associazione Maestri Sci Italiani e Il Col.Naz. – Collegio Nazionale Maestri di Sci Il Presidente del Collegio Nazionale Maestri di Sci Giuseppe Cuc insieme al Presidente dell’Associazione Maestri di Sci Italiani Maurizio Bonelli, in rappresentanza dei 15.000 Professionisti della neve e 400 Scuole Sci distribuite sul territorio nazionale, sono di nuovo sul piede di guerra.

In una nota intendono precisare che «Le misure del nuovo DPCM 4 dicembre, hanno messo ai margini il mondo della montagna e soprattutto degli sport invernali, cui i Professionisti della neve sono parte integrante per il ruolo “didattico” che ricoprono verso coloro, piccoli e adulti, che intendono imparare e fare propri gli sport di scivolamento, vedi sci alpino, sci nordico e snowboard. Non sono passati in secondo piano, poi, quei toni mediatici alquanto fuori “tema”, a volte con retorica populista, che hanno coinvolto il mondo della montagna e del turismo invernale, in alcuni casi con una preoccupante deriva che vorrebbe fare passare fuorvianti messaggi in cui le attività dei Professionisti della neve hanno unicamente scopo ricreativo e sono destinate a solo pochi fortunati abbienti».

In realtà – affermano i maestri di sci – «un altro colpo di scure giunge inesorabile sui Professionisti della neve, privati come detto di una parte consistente della stagione scorsa, quella 2019/2020 e, ora, con la prospettiva di non rimettere gli sci ai piedi sicuramente fino al 7 gennaio 2021; ma, poi, cosa succederà?, si chiedono. «Per i nostri Maestri di sci e per tutte le loro famiglie non sarà assolutamente facile, ma con il consueto senso di responsabilità la Scuola Italiana Sci si sta adattando e si adatterà, pur non condividendo le scelte prese che ci riguardano, crediamo dettate dalla non conoscenza di base del mondo della montagna e delle figure professionali che la compongono».
La Scuola Italiana Sci in questi mesi non è stata ferma: «sono stati predisposti scrupolose Linee Guida, scrupolosi Decaloghi e Vademecum, condivisi con gli impiantisti, per garantire la totale sicurezza agli allievi prima, durante e post lezioni». Pertanto, in questo delicato contesto «il Collegio Nazionale Maestri e l’Associazione Maestri di Sci Italiani, richiamiamo ancora una volta l’attenzione del Governo e di tutti coloro che hanno responsabilità nella gestione di questa calamità, affinché nelle prossime settimane il settore non sia nuovamente dimenticato o, peggio, ritenuto sacrificabile come in parte già avvenuto».
A tal proposito il presidente Col.Naz Beppe Cuc e AMSI Maurizio Bonelli intendono sottolineare «che se si chiedono ulteriori sacrifici, per il bene comune, la categoria è pronta a sostenerli ma rivolgiamo un accorato appello a chi ha responsabilità di Governo, affinché, anche in considerazione dell’andamento pandemico si rivaluti, prima dell’inizio delle festività di fine anno, possibili soluzioni diverse rispetto alla chiusura. La montagna e i suoi operatori meritavano rispetto invece sono stati sacrificati e soggiogati da un atteggiamento sordo, poco lungimirante che in totale assenza di concertazione ha di fatto decretato un gravissimo danno per la categoria».