Le temperature estremamente alte, superiori a 35 gradi, che impediscono lo svolgimento del lavoro in determinati ambienti o con determinati materiali, possono essere considerate come un evento che dà diritto alla Cassa integrazione ordinaria. È quanto stabilito dall’Inps nel 2017, come indicato in un documento dell’Inail sul lavoro in caso di alte temperature. Secondo il messaggio, possono essere considerate anche le cosiddette “temperature percepite” se superano la temperatura reale. Pertanto, se si verificano tali condizioni, le temperature percepite superiori a 35 gradi, anche se la temperatura reale è inferiore, possono giustificare l’accesso alla cassa integrazione salariale. Alcuni quartieri della capitale hanno raggiunto temperature superiori ai 42 gradi, mentre in montagna si è registrato lo zero termico a 5.000 metri e a L’Aquila sono stati raggiunti i 38 gradi. L’Inps ha avvertito che i fenomeni climatici estremi aumentano il rischio di incidenti sul lavoro e nel 2022 ha fornito indicazioni sui settori in cui è possibile richiedere la cassa integrazione ordinaria in caso di temperature superiori ai 35 gradi. Tra questi settori vi sono la posa di asfalto stradale, la ristrutturazione di facciate e tetti di edifici, i lavori all’aperto che richiedono indumenti di protezione e tutte le lavorazioni che si svolgono in luoghi non protetti dal sole o che coinvolgono materiali che non sopportano il calore intenso. Nella domanda di cassa integrazione, l’azienda deve indicare semplicemente i giorni di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa e specificare il tipo di lavorazione in corso, senza dover fornire dichiarazioni sulle temperature o i bollettini meteorologici. L’Inps riconosce la cassa integrazione ordinaria in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza aziendale sospende le attività lavorative per motivi di sicurezza e salute dei lavoratori, compresi i casi di sospensione dovuti a temperature estreme, indipendentemente dai dati dei bollettini. Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha sottolineato che l’ondata di calore che sta colpendo il Paese comporta rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, con già due morti registrate nei giorni scorsi. Pertanto, la CGIL ha chiesto ai delegati sindacali di richiedere incontri urgenti con le aziende per negoziare eventuali modifiche temporanee dell’organizzazione del lavoro, inclusa la ridistribuzione di turni e orari, fino alla possibilità di astenersi dalle attività lavorative. Inoltre, insieme a CISL e UIL, è stata richiesta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, la promulgazione di urgenti disposizioni alle imprese per valutare, insieme alle rappresentanze sindacali, modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro, non escludendo la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione per eventi climatici straordinari. Infine, è stato sottolineato l’importanza di avviare una grande campagna informativa su questo tema utilizzando tutti i mezzi di comunicazione disponibili.